“Abbiamo portato l’RS 7 Piloted Driving Concept ai suoi limiti fisici, giro dopo giro. Alla fine ha fatto tempi migliori di quelli dei piloti professionisti”, dice Thomas Muller, uno dei membri del team Audi che sta sviluppando la guida autonoma. Il prototipo, chiamato “Robby”, ha impiegato due minuti, un decimo e un centesimo per il giro in pista di 4,05 km, con una media sui 120 orari. Merito dei 560 CV, dell’alleggerimento di 400 kg rispetto al prototipo precedente (Jack, su base A7), ma anche e soprattuto dei sensori laser e del Gps ad alta precisione che permettono al computer del veicolo di calcolare quando e come accelerare, frenare e sterzare. La performance sulla pista di Sonoma, in California, è solo l’ultima delle dimostrazioni che la Casa tedesca sta dando delle sue competenze nel campo della guida autonoma. Famose la salita del Pikes Peak da parte di un’Audi TT senza pilota, nel lontano 2010, e più recentemente, a gennaio 2015, il viaggio sulle autostrade pubbliche di “Jack”, dalla Silicon Valley a Las Vegas. L’obiettivo nel mondo reale? Risparmiare tempo e carburante, migliorare la sicurezza su strada, evitare al guidatore lo stress e la fatica di certe situazioni stradali. Le prime applicazioni su prodotti di serie debutteranno sulla prossima generazione dell’ammiraglia A8 che, promette l’Audi, sarà in grado di cavarsela da sola nei parcheggi e nella marcia in colonna fino a velocità di 60 km/h.

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