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“Uomini, chiudete le gambe”: si chiama ‘manspreading’ ed è l’abitudine maschile a occupare più posti in metro. Due arresti in Usa

Secondo la definizione che ne ha dato il New York Times "è l'abitudine di sedersi occupando quanto più spazio possibile, che più di un uomo considera un diritto inalienabile in metro”: lo scorso giugno, secondo un report del Police Reform Organising Project, almeno due uomini sono stati arrestati con questa accusa

di Stefania Prandi

“È il tormento di molte donne che si spostano in metro. Un flagello documentato dai blog e da Twitter. E ha un nome sgradevole quasi quanto la pratica in sé. Parliamo del manspreading (letteralmente “l’uomo che si allarga”), l’abitudine di sedersi occupando quanto più spazio possibile, che più di un uomo considera un diritto inalienabile in metro”.

Iniziava così, qualche tempo fa, un articolo del New York Times a proposito di una nuova campagna della Metropolitan Transportation Authority della città, per sensibilizzare gli uomini a un corretto comportamento in metro, invitandoli a “sedersi occupando meno spazio”, non “due o tre sedili per volta” come si vede dalle immagini che vengono postate da mesi su diversi blog. Un comportamento che è stato stigmatizzato anche attraverso la rete con foto di uomini accomodati sui sedili dei mezzi pubblici, con la stessa confidenza che avrebbero se fossero sul loro divano di casa, accompagnate dall’esortazione “sedetevi con le gambe chiuse”.

Poi la questione del manspreading è diventata più seria, un atto punibile per legge. Lo scorso giugno, secondo un report del Police Reform Organising Project, almeno due uomini sono stati arrestati con l’accusa di manspreading perché “presumibilmente stavano occupando più di un posto creando in questo modo un problema per gli altri passeggeri”. Il giudice ha stabilito che per i due non ci saranno ripercussioni se si impegneranno a non essere arrestati di nuovo per lo stesso motivo in futuro. Sicuramente la vicenda rientra in regole di comportamento più generali, scrive il Telegraph, che includono l’arresto per chi cammina tra i binari e per chi mette i piedi sui sedili.

L’arresto per manspreading ha fatto scoppiare le polemiche in rete. C’è chi sostiene che gli uomini alti e corpulenti devono avere il diritto di occupare lo spazio che gli serve. Il New York Times ha realizzato un video ironico sul fenomeno, chiedendo alla star di YouTube Johnny T (un pupazzo) indicazioni su come comportarsi correttamente sui mezzi pubblici. Il pupazzo Johnny T ha ordinato a tutti gli uomini in ascolto di “chiudere quelle maledette gambe”. La blogger Elizabeth Plank, da parte sua, ha provato a fare manspreading con una telecamera nascosta, dimostrando così che quando una donna occupa lo spazio pubblico come un uomo non passa inosservata. Ha ripreso passeggeri che la guardavano di traverso, alcune proteste e un ragazzo che l’ha addirittura fotografata. Lei stessa ha ammesso di essersi sentita a disagio. Plank ha scritto, sul sito Mic, che “è evidente che lo spazio è genderizzato“.

Il modo in cui le donne e gli uomini interagiscono con le norme e le regole è diverso. Alcune ricerche – e ha citato il video del Ted Talk di Amy Cuddy  – dimostrano che in pubblico le donne tendono ad occupare meno spazio, tenendo le gambe chiuse e le braccia attaccate al corpo. Gli uomini, invece, tendono ad allargare le gambe di 10-15 gradi e a tenere le braccia distanti dal corpo”.

Emma G. Fitzsimmons del New York Times, ha fatto un’inchiesta in merito alla faccenda e ha scoperto che le donne credono che gli uomini si comportino così in parte per una questione di comodità e in parte per una questione di potere. Ha anche intervistato Peter Post, l’autore del libro “Essential Manners for Men” e nipote della guru dell’etichetta Emily Post che ha ribadito che sedersi a gambe larghe, in un posto pubblico, oppure di fronte ad altre persone, è assolutamente contrario a ogni regola del bon ton. E per risponde agli uomini che pensano che chiudere le gambe possa rappresentare un problema per la loro virilità, Fitzsimmons ha chiesto il parere di un medico. Marc Goldstein, direttore del centro per la fertilità maschile e microchirurgia del NewYork-Presbyterian Hospital Weill Cornell Medical Center è stato categorico: mezzora di corsa sui mezzi con le gambe accavallate può al massimo scaldare un po’ i testicoli, ma non abbastanza da creare alcun tipo di danno.

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