Federico Pizzarotti scende in piazza contro l’inceneritore e il decreto Sblocca Italia, ma questa volta è da solo. Al suo appello lanciato oltre un mese fa hanno risposto circa 700 persone, tra cui decine di associazioni e gruppi di Cinque stelle arrivati da tutto lo Stivale, ma i vertici del Movimento latitano, così come tace il blog di Beppe Grillo. A Parma l’11 luglio per la manifestazione “Nessun dorma” promossa a livello nazionale dal sindaco e dai suoi, nessun membro del Direttorio si è fatto vedere.

“Penso che l’inceneritore più rappresentativo d’Italia per i Cinque stelle meritasse un appoggio maggiore – ha detto il primo cittadino di Parma a ilfattoquotidiano.it – I sindaci del Movimento sono ancora pochi e chi è appena stato eletto ha altre priorità, ma avverto una mancanza dal punto di vista romano. Penso ci fossero tutte le possibilità per aderire alla manifestazione. Mi son sentito dire che era troppo poco connotata a livello di Movimento visto che abbiamo deciso di aprire alle associazioni e abbiamo ricevuto l’adesione di Legambiente nazionale, Wwf e Zero Waste, ma credo che sia una scusa, perché movimenti come i No Tav hanno sempre avuto il nostro appoggio anche se non erano Cinque stelle”.

L’assenza più ingombrante in piazzale della Pace, dove si è raccolta la gente dopo il corteo nelle strade del centro storico, è quella di Beppe Grillo. Neanche tre anni fa, a settembre 2012, proprio per protestare contro la multiutility Iren che gestisce l’inceneritore, il leader del M5S era salito sul palco insieme a Pizzarotti, eletto da pochi mesi alla guida del Comune. Tempi che appaiono remoti, vista la distanza che sembra esserci ora tra vertici del Movimento e il primo cittadino parmigiano. “Sì, siamo nello stesso luogo di quell’evento e noi abbiamo comunicato più volte la nostra intenzione – aggiunge il sindaco, parlando dell’assenza del Direttorio e dei vertici – ma ci è stato spiegato che c’erano già altri impegni”. “Abbiamo visto adesioni più forti a manifestazioni di minore rilievo” continua Pizzarotti, sottolineando poi la differenza tra i gruppi arrivati da tutta Italia e l’assenza romana: “Non voglio vedere il contrasto tra tanta gente che è arrivata da fuori Parma e altre persone che dicono che bisogna andare nelle piazze e avevano detto che si sarebbero incatenati all’inceneritore, ma oggi non sono qui con noi”.

A sostenere il sindaco c’erano invece i gruppi ambientalisti, l’associazione Gestione corretta rifiuti, i Comuni virtuosi, le Mamme contro gli inceneritori arrivate da Firenze e tanti attivisti e rappresentanti Cinque stelle dalla Sicilia alla Liguria, dalla Romagna, da Reggio Emilia e da Forlì, dove un altro inceneritore rischia di essere potenziato proprio come quello parmigiano, e ancora Rossano Ercolini, volto simbolo della strategia Rifiuti Zero, e il sindaco di Rivalta Torinese Mauro Marinari. Comuni e associazioni che si battono in tutta Italia contro impianti come quello di Ugozzolo e contro il loro ampliamento previsto nel decreto Sblocca Italia del governo Renzi, che potrebbe liberalizzare il flusso dei rifiuti da una regione all’altra.

Nel corteo, oltre ai consiglieri comunali parmigiani, ci sono anche i parlamentari Cinque stelle Giulia Sarti, Michela Montevecchi, Alberto Zolezzi, l’eurodeputato Marco Affronte, i consiglieri regionali Gianluca Sassi e Raffaella Sensoli, e la senatrice espulsa dal Movimento Maria Mussini. “La nostra lotta contro gli inceneritori continua” dichiara dal palco Pizzarotti, che proprio sul suo territorio ha dovuto incassare l’amara sconfitta dell’accensione del forno di Ugozzolo, attivato a fine agosto 2013. È la prima volta, da quanto è entrato in funzione, che il primo cittadino scende di nuovo in piazza contro il forno.

Il motivo questa volta è per chiedere alla multiutility Iren, società di servizi partecipata anche dai Comuni che gestisce l’impianto ducale, di ritirare la richiesta di poter aumentare la capacità di incenerimento di 60mila tonnellate, per arrivare a bruciarne 195mila all’anno. Una ragione di protesta che il Pd ha definito superata dopo l’accordo tra Regione e società di servizi Hera e Iren che stabilisce l’importazione di rifiuti da fuori solo in situazioni di emergenza.

Nessuno dell’opposizione in consiglio comunale, nonostante la mozione votata all’unanimità contro la manovra di Iren, si è presentato alla manifestazione, ma Pizzarotti non demorde: “Noi continuiamo la nostra battaglia a testa alta, non può essere la collettività a pagare. Vogliamo un piano regionale con scelte coraggiose, noi abbiamo già raggiunto il 70 per cento di differenziata e abbiamo proposto lo spegnimento di sei degli otto inceneritori in Regione. Vedremo quali scelte faranno a Bologna, se si andrà in questa direzione noi saremo pronti a sederci a un tavolo per parlarne”.

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