Cosa sarebbe accaduto se il referendum greco si fosse tenuto anche in Italia? A leggere le bacheche facebook, ad ascoltare molti commenti in tv e forse anche nei bar si direbbe che si sarebbe replicato il trionfo del no. Invece tutto pare molto meno sicuro. Nel sondaggio Euromedia Research per Ballarò infatti il no è dato al 38,8 per cento davanti al (29,1). Ma c’è una parte corposa del campione intervistato che non sa o non risponde: il 32 per cento. Gli intervistati si dividono anche nel giudizio sulle conseguenze della vittoria del no nella consultazione greca: per il 40,2 per cento è la vittoria della democrazia diretta, del popolo che sceglie; per il 39,3 è “una vittoria che non serve a nessuno e i debiti della Grecia restano”; per il 9 per cento comunque “è la vittoria personale e politica di Tsipras”. Tuttavia per il 54,8 per cento, nonostante l’Italia sia uno dei Paesi creditori, il debito della Grecia deve essere ristrutturato o tagliato. Di certo il risultato del referendum sembra abbia “tranquillizzato” gli italiani intervistati nel giro di venti giorni: se il 23 giugno chi temeva ripercussioni della crisi della Grecia sul portafogli era il 55,5 per cento, ora questa percentuale è scesa al 49,8.

L’altro dato certo, anche se con spostamenti minimi, è che guadagnano tutti i partiti italiani che hanno sostenuto il no al referendum greco. Chi aumenta di più la fetta del proprio elettorato è il Movimento Cinque Stelle che raggiunge il 23,4 per cento e cresce dello 0,4 per cento in una settimana. A destra la Lega Nord arriva al 15,1 (+0,1) e Fratelli d’Italia al 4,2 (+0,1), mentre a sinistra un’eventuale coalizione con Possibile (Pippo Civati) e Coalizione Sociale (Maurizio Landini) raggiungerebbe il 4,1 (+0,2) e Sel al 3,7 (+0,2). Il Partito democratico, invece, è quello che perde di più, lo 0,4, e cala fino al 32,1 per cento. Resta da dire di Area Popolare (Ncd e Udc) che se oggi ci fossero le elezioni politiche rimarrebbe fuori dal Parlamento perché si fermerebbe al 2,7 per cento, non superando così la soglia di sbarramento del 3. Resta stabile la fiducia nel governo (bassa, 25,5 per cento), mentre cala quella nel presidente del Consiglio Matteo Renzi, 32,6 per cento.

Un ultimo capitolo del sondaggio di Euromedia Research è dedicato alla qualità dell’informazione. La maggioranza degli intervistati (42,9%) pensa che la miglior fonte d’informazione è il web che viene definita la più libera e indipendente per il 61,3 per cento. L’unica nota di curiosità è che tra gli over 65 la percentuale di chi indica la televisione come miglior fonte d’informazione sale al 52 per cento. Tuttavia nonostante il web sia ritenuto la fonte qualitativamente migliore e la più libera e indipendente il 51,3 per cento degli intervistati prende con le pinze l’informazione che circola in Rete per evitare di incorrere in “bufale” o fake.

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