“La riforma passerà perché Renzi non è Tsipras. E’ un nominato, non ha preso nemmeno un voto”. La scuola torna in piazza, e di fronte a Montecitorio grida tutta la sua rabbia per la riforma di Renzi. Gli insegnanti che hanno votato Pd si dichiarano traditi: “Ho votato Bersani e un programma che non parlava di modifiche nella scuola”, dice uno di loro, che promette: “Renzi stia tranquillo, ce lo ricorderemo”. E in merito alle assunzioni parlano di “ricatto irricevibile”. “Oltre la metà delle assunzioni manterranno le persone in una condizione di precarietà, non è accettabile”, spiega un precario riferendosi al cosiddetto “organico funzionale“, e rilancia: “Mi rifiuto di essere assunto in questo modo”. E c’è chi si appella al Presidente della Repubblica: “Mattarella non firmi, è un atto dovuto”, chiede una precaria “laureata col massimo dei voti”. In piazza, oltre a sei sigle sindacali, anche alcuni parlamentari, che si uniscono all’appello: “Mattarella non può firmare perché ci sono profili di incostituzionalità”, spiega la senatrice Michela Montevecchi del M5S. “Matterella è stato messo lì da loro”, ribattono i Cobas, che temono l’ennesima delusione. E Sel attacca con Arturo Scotto: “Renzi ha la maggioranza in Parlamento, non più nel Paese” di Manolo Lanaro

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