L’Italia si trova in penultima posizione (8,9%) nella classifica che misura l’uso di Internet da parte dei cittadini per comunicare con la Pubblica amministrazione, lo dice l’Ocse. Dietro al nostro Paese c’è solo il Cile (fermo al 7,3%).

E’ l’ennesima conferma che la rivoluzione digitale in Italia stenta a partire, come pochi giorni fa spiegava l’inchiesta di ilfattoquotidiano.it. Nel processo di digitalizzazione della Pubblica amministrazione, dall’Anagrafe nazionale della popolazione residente al Sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale, tutti i progetti sono in ritardo anche a causa di ripetuti cambi ai vertici dell’Agenzia per l’Italia digitale.

Sempre secondo i dati, da Parigi, l’organizzazione fa sapere che nel 2014 il 20% degli italiani ha usato il web per la ricerca di informazioni o formulari, e solo l’11% per inviare formulari compilati. A guidare la classifica si collocano i Paesi scandinavi, in cui l’uso di Internet per ottenere informazioni è un’abitudine ormai consolidata, stando al dato superiore mediamente al 75%. Tra questi, la Norvegia è il Paese più virtuoso con l’81%.

Un elemento che lascia qualche spiraglio positivo per il Bel Paese però c’è: a usare con frequenza il web per interagire con la Pubblica amministrazione, dando il buon esempio, sono le imprese. Nel 2014, sempre secondo Ocse, il 77,7% delle aziende italiane ha richiesto via Internet informazioni o moduli, mentre il 58% ha inviato moduli compilandoli online.

Nel mese di aprile (ultimo dato rilasciato da Audiweb) gli italiani online sono 29,2 milioni, mentre ogni giorno in media navigano in Internet 21,7 milioni. Come affermano gli esperti di settore, questo è “l’anno del mobile” e gli utenti che si collegano da device portatili (sempre ad aprile) sono 20,4 milioni.

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