“Il capitalismo per come lo conosciamo viene rimesso in discussione“. “Ora vediamo se ci importa più di noi stessi o dei greci“. “Per la prima volta la destra e la sinistra radicale sono unite sulla mia bacheca“. Sono centinaia i tweet che da tutta Europa commentano con soddisfazione l’esito del referendum greco, che poco dopo la chiusura delle urne ha visto prevalere il ‘no’.

Un’opzione che è sinonimo di rifiuto del pacchetto di misure proposte dall’Europa ad Atene, che ora vuole rivedere le condizioni e auspicabilmente, ha puntualizzato il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, trovare un accordo con l’ex Troika entro 48 ore. Tanti utenti in inglese, italiano, spagnolo e tedesco sul sito di microblogging accompagnano con l’hashtag  un messaggio di solidarietà ad Atene e concordano con la scelta degli elettori.

Spiegano che con questo risultato le politiche di austerity dell’Europa subiscono una battuta d’arresto senza precedenti, che “per la prima volta nella storia un sisma in Grecia farà crollare qualche palazzo in Germania e Bruxelles“. Un utente tedesco, poi, scrive: “Questo è il risultato dell’arroganza di Bruxelles“. E, in attesa di sapere quale sarà il prossimo discorso di Angela Merkel, c’è anche chi è convinto che siano i vertici dell’Europa a dovere fare un passo indietro: “Penso – scrive Karl – che sia giunto il momento che si ritirino Juncker, Schulz e tutti gli altri ‘terroristi'”.

Una definizione che vuole parafrasare quanto dichiarato da Varoufakis al Mundo, che ha spiegato come i creditori vogliano fare terrorismo e umiliare il popolo greco. Infine, su alcuni account affiora la critica per l’astensionismo greco. “La vera notizia del  – puntualizzano da un account spagnolo – è che al 45% dei greci non importa niente del loro futuro”.

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