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“Gli accendini dei nostalgici”, in Veneto si vendono i gadget del Führer

Sugli scaffali di un minimarket di Bibione (VE) fa bella mostra il merchandising di Hitler. "Nessuna scelta ideologica - precisa il figlio del proprietario - E' solo business". E i più interessati all'articolo sembrano essere i turisti tedeschi

di Domenico Naso

Quali saranno i gadget dell’estate 2015? A sentire il signor Stefano, figlio del proprietario di un minimarket nella turistica Bibione, provincia di Venezia, quest’anno va di moda il Führer. Non avete capito male: tra gli scaffali dell’ameno negozietto fanno bella mostra di sé magneti e accendini che raffigurano addirittura Adolf Hitler. Gli “accendini dei nostalgici” (così recita la targhetta del prezzo) costano 2,50 euro cadauno, mentre i magneti con varie pose del dittatore tedesco vanno via a 3 euro.

Scelta ideologica? Non proprio, almeno a fidarsi del signor Stefano: “Li vendiamo solo per business. Sono molto richiesti dai turisti, tedeschi su tutti”. E infatti, mentre risponde telefonicamente alle nostre domande, ogni tanto si interrompe, chiede scusa e serve il cliente di turno, e dall’altro capo del filo si sente un inequivocabile “Danke!”. Nessuna simpatia nazista, dunque, anche perché – è ancora Stefano a parlare – “vendiamo anche i gadget di Stalin, Lenin e Mussolini”.

Una par condicio totalitaria spiegata solo dalla voglia di far profitto. Eppure, presumibilmente il merchandising nazista o sovietico non rappresenterà una voce predominante nel bilancio dell’esercizio commerciale. In tempo di crisi, persino Hitler può dare una mano? Scherzi a parte, che in casi del genere sono sin troppo scivolosi, l’attenzione dei turisti teutonici a oggetti del genere può essere verosimile, visto che in Germania è assolutamente vietato vendere “merchandising” che faccia riferimento alla tragica esperienza fascista. I nostalgici, dunque, si affidano agli scaffali del minimarket veneto per coltivare l’inconfessabile smania da collezionisti.

E Stefano chissà che idee politiche ha… Lui non si sbottona e dichiara, chissà se è vero, che alle ultime elezioni non è neppure andato a votare perché stava lavorando. Quali che siano le sue preferenze ideologiche, questa è la sua scelta commerciale. Legale, peraltro.

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