L’argomento vaccini in questi ultimi anni sembra essere spesso al centro di discussioni infuocate. Eppure non dovrebbe esserlo: è comunemente accettato ed accertato che i vaccini siano tra i farmaci più utili e sicuri al mondo, hanno salvato e salvano molte vite ed hanno permesso il progresso dell’uomo, ci hanno permesso una vita sana e senza malattie infettive. Eppure periodicamente si parla di “pericolosità dei vaccini” ed è sicuramente un fatto curioso perché, se è vero che come tutti i farmaci e come qualsiasi sostanza esistente al mondo l’uso di un vaccino possa causare un effetto collaterale imprevisto, è indubbio che il beneficio superi abbondantemente il rischio.

Probabilmente si tratta di un problema di percezione. Mentre esistono “movimenti” che discutono l’utilità dei vaccini, non ne esistono altri che boicottano il consumo di mozzarella, seppure le morti per soffocamento da mozzarella siano di molti ordini di grandezza superiori rispetto a quelle causate da un vaccino e che hanno fatto una vittima nota: Federico Fellini. Non esistono nemmeno “comitati per la lotta ai fulmini”, nonostante in Italia si registrino decine di morti dovuti a fulmini ma questo è un limite umano, siamo spesso vittime delle propaganda e quella antivaccino è storica, esiste da quando esistono i vaccini.

L’argomento che più spopola nelle discussioni è quello relativo ad un presunto nesso tra vaccini ed autismo, quest’ultimo è un disturbo dello sviluppo neuropsicologico che ha origini ancora non chiare ma legate alla genetica e forse a fattori ambientali. Qualche anno fa un medico britannico ipotizzò che la causa dell’autismo potesse essere il vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia) ma questo fu smentito da molti studi successivi e si scoprì che quel medico aveva falsificato i suoi studi per fini (economici) personali, tanto da essere radiato dall’ordine dei medici e diventando un esempio di scienza disonesta. Ma questo non è bastato per convincere i profani. Tra normali cittadini e genitori apprensivi, gli errori più grossolani li fanno i personaggi più noti quelli che, per la loro fama, raggiungono molte persone.

Da noi in realtà un fenomeno del genere è più raro: almeno in questo campo, i comici fanno i comici (ho detto almeno in questo campo…), gli attori sono attori e quasi mai uno di loro si mette a discutere di igiene pubblica. Negli Stati Uniti non è così e questo avviene non solo in medicina, i ‘vip’ che abbracciano una causa sono un’abitudine abbastanza radicata nel continente americano ed a proposito di vaccini sono due attori i più noti ‘antivaccinisti’ americani: Jim Carrey (attore comico) e la sua ex moglie Jenny Mc Carthy. I due partecipano da anni a manifestazioni contro i vaccini, parlano di vaccini contenenti tossine e chiedono non meglio chiariti “vaccini sicuri”. In realtà la loro assoluta incompetenza (giustificata, certo) traspare da ogni loro parola ma questo non impedisce loro di fare periodiche uscite che causano puntualmente molte polemiche. L’ultima è quella relativa a Carrey che su Twitter ha diffuso un messaggio che chiedeva “vaccini senza tossine” e che protestava contro la nuova legge californiana che rende obbligatori i vaccini per tutti i bambini, chi non li farà non potrà iscriversi a scuola.

Carey dice letteralmente sciocchezze. Nessun vaccino è tossico, punto. Qualcuno, per rispondere a queste affermazioni porta sempre le notizie (di giornale) di morti “dopo un vaccino”, notizie drammatiche che però spesso sono strumentalizzate, sono un po’ come se si leggesse “morto dopo essersi rasato” o “morto dopo aver guardato la televisione”, tra due eventi in sequenza temporale (per esempio un decesso dopo una vaccinazione) può esserci un collegamento temporale ma non è detto ci sia per forza un legame. Se una persona morisse dopo aver fatto benzina, non è detto che “fare benzina” provochi la morte, è bene indagare ma è ingenuo chi correlasse subito le due cose.

Nel caso della correlazione vaccini-autismo si è indagato moltissimo e tutte le indagini hanno escluso questo nesso. C’è qualcosa però che lega Jim Carrey a questo problema oltre al suo attivismo. Controllando i dati del CDC (Center for Disease Control, ente sanitario statunitense) sappiamo che l’incidenza di autismo è in aumento probabilmente perché aumenta la consapevolezza del problema e le diagnosi sono più raffinate. Ma se controlliamo il database del cinema, noteremo come, negli anni (dal 2000 al 2010), Jim Carrey abbia interpretato un numero crescente di film. La correlazione è eclatante se si confrontano i due dati con un grafico ed anche statisticamente vi è un’alta correlazione tra i due fattori: aumentano i film interpretati da Jim Carrey, aumentano i casi di autismo.

autismo-carrey

Alla luce di questi dati c’è un’evidenza che potrebbe interessare i ricercatori di tutto il mondo e l’attivismo del comico nel cercare di spostare l’attenzione dalle sue responsabilità potrebbe essere un ulteriore elemento sospetto. L’autismo è causato da Jim Carrey? Coincidenza? Perché proprio Carrey si impegna così tanto ma non fa notare questa anomalia? Non è facile dirlo ma per il principio di precauzione la prima cosa da fare sarebbe quella di evitare di vedere i film dell’attore. Cosa ci nasconde?

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