È di poco più di un anno fa – 9 aprile 2014 – la sentenza che stabiliva incostituzionale il divieto di fecondazione eterologa. La Corte Costituzionale dichiarava illegittima la norma che vietava il ricorso a un donatore esterno di ovuli e spermatozoi nei casi di infertilità assoluta, disposta dalla disastrosa e disastrata Legge 40, una legge work in progress.

La determinazione di avere o meno un figlio, anche per la coppia assolutamente sterile o infertile, concernendo la sfera più intima e intangibile della persona umana, non può che essere incoercibile, qualora non vulneri altri valori costituzionali; così recita uno dei passaggi più importanti delle motivazioni di quella sentenza -10 giugno 2014, n. 162.

Ieri il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha firmato le nuove linee guida sulla fecondazione assistita che entreranno in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. È questo un aggiornamento alle linee guida del 2008 e riviste in rapporto all’evoluzione tecnico-scientifica del settore e all’evoluzione normativa, e in particolare alle sentenze che hanno eliminato rispettivamente il numero massimo di tre embrioni da trasferire in un unico impianto e il divieto di fecondazione eterologa.

Istituito invece già lo scorso dicembre, presso l’Istituto superiore della sanità, il Registro nazionale dei donatori di cellule riproduttive, dove, mediante l’assegnazione ad ogni donatore di un codice, sono registrati i soggetti ammessi alla donazione.

Recependo la direttiva Ue del 2012, il Consiglio superiore della sanità ha stabilito il limite di 10 nascite per ogni donatore di gamete. Il limite di 10 può essere derogato solo nel caso in cui una coppia che ha già avuto figli con la eterologa, e voglia altri figli utilizzano gameti dello stesso donatore.

L’età dei donatori dovrà essere non inferiore ai 18 e non superiore ai 40, mentre per le donne il range è 20/35; al fine poi di ridurre al minimo i rischi di trasmissione di eventuali malattie genetiche, oltre ai vari test di controllo, i donatori dovranno effettuare una mappa cromosomica.

La donazione di gameti in Italia – sia di ovociti che di seme – è così diventata legale, con buona pace dei cultori della sacralità del patrimonio genetico, e di quelli dell’avvento di un bambino ottenuto con l’eterologa che viene fatto passare per finzione simbolico-giuridica come “nostro” figlio. Ma non lo è.

E con buona pace catastrofisti con il terrore dell’eugenetica. Non sarà possibile la selezione delle caratteristiche fisiche. Al riguardo, a pagina 16 delle nuove Linee guida, al comma 3 leggiamo: Sono, comunque, vietati: b) ogni forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti ovvero interventi che, attraverso tecniche di selezione, di manipolazione o comunque tramite procedimenti artificiali, siano diretti ad alterare il patrimonio genetico.

Al punto a) di quello stesso comma invece, un punto critico; il paragrafo recita: è vietata la produzione di embrioni umani a fini di ricerca o di sperimentazione o comunque a fini diversi da quello previsto dalla presente legge.

Per praticare la procreazione assistita è normale produrre embrioni sovrannumerari che non vengono usati dalle coppie genitrici. Il motivo della crioconservazione garantisce alle coppie sterili di evitare continue stimolazioni ovariche e gravidanze plurime ad alto rischio per la gestante e il nascituro. In Italia, già prima dell’entrata in vigore della Legge 40 che vietava la crioconservazione degli embrioni (norma poi modificata dalla Consulta a Maggio 2009) avevamo circa diecimila embrioni crioconservati e di fatto abbandonati. Embrioni che potrebbero essere usati per la Ricerca. Un divieto insensato e crudele che va contro i diritti e le libertà fondamentali dei malati e dei ricercatori.

In Francia per esempio, è la coppia a decidere il destino dei propri embrioni crioconservati, con quattro diverse opzioni, e a conferma annuale: conservare gli embrioni per sé, donare gli embrioni ad un’altra coppia sterile, donarli alla ricerca, o addirittura “perderli”.

Ieri, Beatrice Lorenzin ha concluso la sua intervista dichiarando che “a breve arriveranno il recepimento delle normative europee sulla donazione dei gameti e sui cosiddetti‘embrioni abbandonati’“. È la sentenza che l’Italia sta aspettando dal ricorso fatto alla Grande Chambre di Strasburgo proprio in merito al divieto di donare gli embrioni alla Ricerca. Forse, per una volta, il governo potrebbe arrivare prima della Corte Europea?

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