“C’è sempre meno differenza fra noi e certo giornalismo, cioè fra contraffazione satirica e realtà adulterata”. A dirlo sono tre degli autori di Lercio.it, il sito collettivo di satira che va forte sui social network. Prima di un incontro con i lettori, li abbiamo intervistati sul cortocircuito fra politica, informazione e satira nel grande frullatore del web. “A volte capita che certi titoli di giornale sarebbero poco credibili perfino su Lercio, altre volte le nostre sparate sono prese per buone e condivise con sincera indignazione dai lettori”, spiega Davide Rossi, 27 anni di Milano. “Il problema è che è lercia la realtà, ma il lettore tipo del web non sta messo molto meglio”, aggiunge Marco Bressanini, 31enne milanese in sorprendente sintonia con Umberto Eco. “Internet aumenta all’infinito il flusso di notizie ma abitua alla superficialità e abbassa il senso critico, molti cercano nelle news on line solo conferme dei propri pregiudizi”, sottolinea Albert Huliselan Canepa, 34 anni di Cagliari. Senza contare il fanatismo: “Il nostro intento è strappare una risata, ma pure noi intercettiamo, insieme a tanta ironica leggerezza, il fiume di veleno che attraversa i social, lo schermo del monitor fa venir fuori il peggio delle persone”, concordano i tre. Vari collaboratori di Lercio vengono dalla palestra di satira di Daniele Luttazzi. Al comico i tre rivolgono un appello, che “potrebbe essere un titolo di Lercio”: ‘Luttazzi torna in pubblico!’ di Piero Ricca, riprese e montaggio Matteo Fiacchino

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