È arrivato alla 13esima edizione il Festival Corigliano Calabro Fotografia, intelligente promozione d’un territorio attraverso una forma d’arte. Organizzato dall’associazione Corigliano per la fotografia, l’evento nasce nel 2003 da un’idea del direttore artistico, Gaetano Gianzi, medico radiologo di raro garbo che ha coltivato la passione per le immagini oltre i confini della professione, coadiuvato dall’impareggiabile team organizzativo formato da Giorgio Tricarico e Alessia Alboresi.

In questi anni, autori di fama internazionale sono stati chiamati a leggere i luoghi: condizione urbana, natura, tradizioni…e sono state realizzate 12 mostre che si spera possano comporre una collezione pubblica permanente della città, magari in una Casa della Fotografia, per un nuovo fermento culturale della Sibaritide.

Dal 15 al 19 luglio, nella prestigiosa sede del Castello ducale, sarà un susseguirsi di workshop, incontri, presentazioni di libri (Portfolio Italia, con lettori d’eccezione), mostre fotografiche (visibili per tutto il periodo estivo) e un concerto di chiusura da Onda calabra: 19 luglio, piazzale del Castello Ducale, Peppe Voltarelli Trio. Un festival che è felice esempio di condivisione pubblico/privata: organizzato grazie a sponsor privati, è sostenuto con fondi comunitari dalla Regione Calabria. Quest’anno, in clima d’Expo, cinque autorevoli fotografi italiani e un francese racconteranno attraverso l’obiettivo il genius loci: agroalimentare e dintorni il tema dell’anno, vocazione d’un territorio, raro esempio in Calabria di produzione agroindustriale d’eccellenza.

Pane-62 (2)Siamo nella fertilissima Piana di Sibari da Daq (Distretto agroalimentare di qualità), la pianura calabrese più estesa sovrastata dal massiccio del Pollino e bagnata dallo Jonio, a due passi da Sibari, città magnogreca di fondazione achea e dal suo imponente Parco archeologico di recente affogato nel fango. Qui singoli produttori, affetti da sentimentalità dei luoghi prima ancora del pubblico, hanno intuito che la vera ricchezza sta nelle produzioni locali. E su questo hanno investito.

Francesco Zizola, preferito da Henri Cartier Bresson, nell’installazione fotografica ‘Citrus Deliciosa’, racconterà le clementine dell’azienda Gallo; il fotogiornalista Francesco Cito in ‘Bufale e mozzarelle’ ha ritratto il mondo della produzione casearia dell’azienda agricola Favella; Luciano Ferrara in ‘Liquorice’ ha catturato raccolta e trasformazione della liquirizia (l’oro nero di Calabria) ad opera della Amarelli; Luca Bracali, il lavoro dell’industria dei surgelati Gias. E Stéphane Aït Quarab passerà dai grandi marchi (Vuitton e Cartier) al racconto di piatti e volti: 14 esempi di storie e famiglie della ristorazione calabra d’alta qualità, dalla Locanda di Pinuccio e Gaetano Alia alle pendici del Parco del Pollino, a Barbieri nel borgo d’Altomonte sino alla Tavernetta in Sila… E 9 giovani fotografi italiani presenteranno ‘Fresh’. Ospiti d’eccezione saranno Niccolò Biddau con la mostra ‘L’industria alimentare’, Francesco Francaviglia e le sue ‘Donne del digiuno-contro la Mafia’ (vincitore Portfolio Italia 2014) e Giuseppe Torcasio con Street ‘n’ food.

Come coniugare promozione dell’imprenditoria locale e cultura, giacché qui le storie aziendali raccontate attraverso immagini sono esempi virtuosi, eccellenze dell’agroalimentare calabrese.

L’azienda Gallo, nata 30 anni fa con la produzione d’agrumi ha saputo diversificarsi producendo albicocche e melograno, con impianti d’alta tecnologia per una varietà israeliana (wonderful one) richiesta sul mercato dei frutti rossi per le sue proprietà salubri. Favella, sul sito di Favella della corte, uno dei più antichi luoghi neolitici d’Italia, tra le prime attestazioni di comunità agricole del Mediterraneo (qui furono rinvenute laminette orfiche auree della religione misterica) è un’azienda nata negli anni 30 che ha saputo evolversi nel tempo: dalle stalle per bovini alle bufale di bufavella e la recente istituzione d’una linea Goji, per la produzione di bacche essiccate e fresche al servizio della cosmesi. La Gias, nata negli anni 70 dall’intuizione lungimirante di Don Antonio Tenuta, cui si deve il brevetto per la surgelazione del pomodoro, oggi è guidata da Gloria Tenuta (30 milioni di euro di fatturato), la signora dei surgelati italiani, leader nella produzione di prodotti trattati nello stabilimento di Mongrassano, che dalla valle del Crati arrivano sulle tavole degli italiani. L’Amarelli infine, regina della liquirizia dal 1731, membro dell’internazionale Les Hénokiens riservato a 44 dinastie industriali con almeno 200 anni di storia. A guidare Amarelli Sas, sede nella bizantina Rossano, la Presidente Pina Mengano Amarelli, indiscussa lady liquirizia.

Storie imprenditoriali di un Sud assai singolare, alcune guidate da donne di talento. Non a caso Corigliano ospiterà in mostra ‘Pane nostrum’: reportage sul pane affidato al fotogiornalista calabrese Alfonso Di Vincenzo, dedicato ai pani made in sud di Cerchiara, 500 abitanti, 9 panifici, 1 mulino a pietra: qui la gestione dei forni storici è tutta al femminile e, in controtendenza, v’è una prevalenza di maggior lavoro di donne.

Foto: @AlfonsoDiVincenzo

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