Una fiaccolata del Movimento 5 Stelle per chiedere le dimissioni del sindaco di Roma Ignazio Marino. Partirà oggi, sabato 27 giugno, alle ore 21 dal porto turistico di Ostia il “corteo dell’onestà” lanciato da Beppe Grillo per protestare dopo i fatti di Mafia Capitale. ” Sapete chi è Tassone? E’ l’ex il minisindaco di Ostia del Partito Democratico, arrestato nell’inchiesta Mafia Capitale. Faceva gli affari con Salvatore Buzzi, il boss delle cooperative rosse, per accaparrarsi soldi illeciti sulle spiagge del litorale romano. Insomma, lucrava sui cittadini ostiensi”, ha scritto nei giorni scorsi il leader del Movimento 5 Stelle sul suo blog, lanciando la manifestazione di stasera: dopo aver percorso il lungomare il corteo raggiungerà piazza Ravennati, al pontile di Ostia.

“Ricorderemo a tutti – prosegue il post di Grillo – ancora una volta, che in questo Paese l’unico baluardo di legalità porta il nostro simbolo. Non sono invitati coloro che hanno contribuito a distruggere uno dei più grandi Municipi della Capitale. In queste ore esponenti del clan Spada hanno espresso pubblicamente il loro sostegno al M5S. Ebbene, del loro sostegno non ce ne facciamo nulla. Lo respingiamo al mittente. Mentre altri si fanno pagare cene e campagne elettorali, gli ricordiamo che, al contrario, il Movimento 5 Stelle ha un preciso codice etico e morale e crede fermamente che Ostia debba tornare in mano ai cittadini onesti. Cari Spada, ci pare evidente che voi non possiate essere i benvenuti alla nostra fiaccolata”. Il leader dei Cinque Stelle è arrivato a Roma in giornata per recarsi ad Ostia e partecipare al corteo insieme a parlamentari e simpatizzanti del suo Movimento.

“Roma è ostaggio di criminali e politici corrotti. Il Pd c’è dentro fino al collo: scendiamo in piazza, continuiamo a combattere per un Paese giusto, onesto, dove la legalità sia il valore fondante”, scrive sulla sua pagina facebook Alessandro Di Battista, parlamentare romano del M5S.

Articolo Precedente

Pepe Mujica, la nostra gente e ‘Cagliari Città Capitale’

next
Articolo Successivo

Spese pazze Calabria: il premier dell’ignavia e la ricerca del consenso

next