Per il cancelliere tedesco Angela Merkel era “un’offerta eccezionalmente generosa” che Atene avrebbe dovuto accettare. Ma Alexis Tsipras dirà di no: la proposta dei creditori internazionali di estendere di 5 mesi l’attuale programma di salvataggio della Grecia, in scadenza il 30 giugno che avrebbe comportato tra il resto l’erogazione dell’ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi, in modo che il Paese possa ripagare la scadenza del debito da 1,6 miliardi all’Fmi, è un’offerta “inadeguata” perché renderebbe più profonda la recessione.

Lo ha detto un funzionario del governo greco, sottolineando che la proposta della ex Troika è di varare ancora “misure profondamente recessive come condizione per un finanziamento di cinque mesi”, condizione “che si ritiene inadeguata”. Il funzionario, riferisce l’agenzia Reuters, ha sottolineato che il governo greco “non ha il mandato popolare, né il diritto morale di firmare per un nuovo piano di salvataggio”. E ha aggiunto che il passaggio del debito greco ai fondi europei di salvataggio, proposto da Atene, è stato bocciato dalle istituzioni.

La notizia della proposta dei creditori era trapelata poco dopo la convocazione, per sabato pomeriggio a Bruxelles, di una nuova riunione dell’Eurogruppo straordinario sulla Grecia. I ministri delle Finanze dell’area euro torneranno a incontrarsi per la quinta volta in dieci giorni per cercare di arrivare a un accordo sul piano di riforme di Atene. Venerdì, nel corso del suo incontro con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente francese, François Hollande, il premier greco aveva ribadito la frustrazione del governo ellenico per le misure di austerità richieste dei creditori internazionali. I due leader  dal canto loro avrebbero fatto pressioni su Tsipras affinché Atene all’Eurogruppo di sabato accetti un accordo in cambio di aiuti. Anche se un funzionario del governo greco aveva fatto sapere a caldo che il premier “non capisce l’insistenza delle istituzioni per queste misure dure”.

I creditori hanno presentato alla Grecia “un’offerta eccezionalmente generosa”, Atene l’accetti aveva poi commentato la Merkel: “Noi abbiamo fatto un passo in direzione della Grecia – ha sottolineato – ora è il turno della Grecia fare un passo identico”. In pratica la proposta che secondo l’Handelsblatt prevede anche un terzo pacchetto di salvataggio con un finanziamento complessivo di 15,5 miliardi, è stata presentata come una boccata d’ossigeno in attesa di un accordo stabile. L’altra faccia della medaglia è che in una situazione in cui la trattativa tra la ex Troika e la Grecia è in stallo, i creditori internazionali non hanno interesse, né intenzione di tagliare definitivamente il filo con Atene. O per lo meno a non essere loro a tagliarlo.

Secondo l’agenzia di rating Fitch il prolungarsi delle trattative è testimonianza della volontà politica di trovare un accordo, ma i termini spesso conflittuali delle discussioni vanno ad aumentare i rischi sul profilo di credito del debito sovrano greco e delle sue banche. “Un accordo potrebbe alleviare il rischio a breve termine di un default incontrollato e una possibile uscita dalla zona euro – sostiene l’agenzia – ma arriverebbe solo pochi giorni prima della scadenza del programma esistente che è fissata per il 30 giugno”. Fitch sottolinea inoltre come la traduzione di un’intesa in extremis in accordo formale richiederà poi l’approvazione del parlamento greco e alcuni altri parlamenti della zona euro (in particolare il Bundestag tedesco), così come la rapida legislazione delle riforme da parte del governo greco con alcuni esponenti di Syriza hanno espresso la loro opposizione a parti delle proposte di questa settimana, come quelle in materia di pensioni, i cambiamenti di IVA e dei salari del settore pubblico. “Una divisione nel governo greco, il rischio di un referendum su ogni proposta di accordo o elezioni anticipate potrebbero ritardare ulteriormente la formalizzazione dell’accordo e quindi il rilascio di nuove risorse”, conclude Fitch.

Intanto a sorpresa si è fatto avanti il governo cinese dicendosi pronto a contribuire a tirare fuori dalla crisi la Grecia in modo che resti nell’euro. Lo ha detto il viceministro degli Esteri, Wang Chao, senza specificare che tipo di aiuti Pechino sarebbe disposta a dare ad Atene, né tanto meno cosa vorrebbe in cambio. “La Grecia è in una fase cruciale – ha detto Wang – e la Cina vuole che resti nell’Unione europea. Daremo il nostro contributo perché questo accada”. Il premier cinese Li Keqiang si riunirà lunedi prossimo a Bruxelles con i leader delle istituzioni europee nell’ambito di un nuovo vertice Ue-Cina.

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