Nessun intervento sull’incandidabilità di Vincenzo De Luca perché la questione esula dalle competenze e nessun conflitto d’interessi del segretario-presidente del Consiglio Matteo Renzi. Sono le conclusioni dell’Antitrust rispetto alle segnalazioni del Movimento Cinque Stelle. L’Authority annuncia che pubblicherà la propria risposta al M5s nel prossimo bollettino, ma nel frattempo in una nota spiega, intanto, che tutto ciò che riguarda l’ineleggibilità del presidente della Campania “è di competenza del prefetto per gli amministratori locali e del Governo per le cariche regionali”.

Quanto poi all’ipotesi di un conflitto di interessi in capo al capo del governo Renzi su questa vicenda, l’Autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella sostiene che “ciò non costituisce alcuna violazione della normativa vigente, sia con riguardo alla presunta incompatibilità tra la carica di presidente del Consiglio e quella di segretario nazionale del partito che con riguardo a un’asserita situazione di conflitto di interessi”. La legge 215 del 2004 (la cosiddetta legge Frattini) “prevede la sussistenza del conflitto d’interessi nei soli casi – non verificatisi nella situazione in esame – di adozione o partecipazione all’adozione di un atto ovvero di omissione di un atto dovuto da parte del titolare di carica di governo nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali, che possa avere un’incidenza specifica e preferenziale sul patrimonio del titolare di carica e/o dei suoi congiunti, con danno per l’interesse pubblico”. A parere dell’Antitrust, infine, l’incarico di segretario di partito ricoperto da Renzi “non configura un’ipotesi di incompatibilità con la carica di presidente del Consiglio dei ministri”.

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