“Ho visto un linguaggio da parte di insegnati, educatori e genitori che non mi aspettavo, è stata una piazza violenta quella del Family Day“. Parla la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli (Pd) firmataria del disegno di legge sull’insegnamento dell’identità di genere nelle scuole al centro delle contestazioni, oltre al testo della Cirinnà sulle unioni civili, del Family Day del 2o giugno a Piazza San Giovanni a Roma. “Il mio provvedimento – continua – vuole difendere nella loro unicità tutti i bambini e le bambine con l’introduzione nei vari livelli di istruzione della parità di genere. Tutto questo significa educare alle differenze e alla non violenza”. “Sterco del demonio, si vogliono insegnare giochi erotici ai bambini dell’asilo“, sono alcune delle accuse partite dalla piazza. “Io mi arrabbio davvero – controbatte Fedeli – significa mistificare“. E sulla tanto discussa ‘Teoria Gender‘ l’esponente Pd chiarisce: “Non esiste questa ideologia, io sto solo cercando di introdurre nelle scuole la libertà di scelta”. Agli esponenti del Nuovo CentroDestra, da Carlo Giovanardi a Maurizio Lupi, presenti in piazza, la vicepresidente del Senato afferma: “Di chi è poi la responsabilità quando un ragazzo si suicida perché viene accettato? La parità di genere è stato poi introdotta nella Buona Scuola che mi auguro venga approvato il prima possibile”. La piazza di San Giovanni potrà bloccare il ddl? “Assolutamente no. Non mi sento una sovversiva che mette in pericolo la famiglia tradizionale ma sto lavorando per fare in modo che i nostri ragazzi crescano con più libertà in una società che li rispetti per quello che sono” di Annalisa Ausilio
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