“Sospenderemo Vincenzo De Luca come previsto dalla legge Severino”. Cinque giorni dopo la proclamazione del presidente della Regione Campania, Matteo Renzi ha annunciato al termine del Consiglio dei ministri che ci sarà la sospensione. L’ex sindaco di Salerno è condannato in primo grado per abuso d’ufficio e secondo la legge va incontro alla sospensione dalla carica, con la peculiarità rispetto ad altre situazioni di essere stato eletto nonostante fosse già nella condizione per non assumere il ruolo. Il 5 giugno la Procura ha depositato un ricorso contro quel verdetto perché De Luca fu assolto dal reato di peculato.

“Stiamo attendendo”, ha aggiunto, “che i ministri competenti possano formulare il parere e che l’Avvocatura dello Stato ci spieghi come la procedura si deve svolgere. Si deve applicare la legge Severino non a una figura istituzionale che è già in carico ma a una che deve entrare in carica a tutti gli effetti. Nelle prossime ore procederemo. Non sono certo pareri che durano settimane, si tratta di qualche giorno”. Su questo punto, ha detto Renzi, hanno chiesto una “specifica tecnica. È evidente che la norma lascia uno spazio interpretativo“. Tra le varie riflessioni c’è stata anche quella del presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, per cui bisognava attendere l’insediamento per potere procedere alla sospensione. Sul punto era intervenuto anche anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano (che per la legge Severino il premier deve “sentire” prima di notificare la sospensione): “Non voglio entrare in un dibattito giuridico ma, da ministro dell’Interno dico solo che la legge sarà applicata dal primo all’ultimo rigo e non cambieremo neppure le prassi, come ha già detto anche il Pd – aveva affermato -. C’è da valutare lo statuto regionale campano ma il problema non è fare melina per fare nottetempo una giunta. È valutare se questo sia possibile o no”. 

Intanto la prima seduta del consiglio regionale è stata convocata per lunedì 29 giugno alle 10. In quell’occasione il neogovernatore dovrebbe presentare all’assemblea degli eletti la sua squadra di assessori, tra cui il suo vice, che potrebbe assumere le funzioni di presidente nel caso in cui fosse sospeso per effetto della legge Severino. Dopo la proclamazione le opposizioni (Sel, Forza Italia e Movimento 5 Stelle) avevano chiesto al presidente del Consiglio che intervenisse al più presto per la sospensione del presidente.

Il Consiglio dei ministri ha invece rimandato a venerdì 26, quando si terrà una nuova riunione, la discussione dei decreti fiscali. Esclusi quelli sul catasto e sui giochi. “Abbiamo iniziato l’esame dei provvedimenti”, ha spiegato Renzi, sono pronti ma “non erano perfettamente limati”. “E per rassicurare sulle polemiche del passato non c’è la questione del 3 per cento. Ci auguriamo si noti lo sforzo per la semplificazione”. Quindi dal testo sulla revisione delle sanzioni sarebbe stata tolta la norma cosiddetta “salva Berlusconi” che aveva bloccato l’iter a gennaio scorso. La polemica che si era scatenata aveva spinto lo stesso Renzi a dire che il governo si sarebbe fermato, pur negando l'”inciucio”. Successivamente il presidente del Consiglio era tornato sull’argomento annunciando riflessioni e modifiche. Di fatto quella norma, che sembrava così necessaria e sui cui era intervenuta anche Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme, non è stata reintrodotta.

Quanto alla riforma del catasto, Renzi ha detto che “non sarà dentro la delega fiscale, arriverà dopo una verifica, in secondo momento, eventualmente dopo la tassa locale“.

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