everlastingGaleotto fu il furto della sua auto, perché è da questo spiacevole episodio che ha origine la storia, perlomeno artistica, di Luke Winslow-King, bluesman nato in Michigan ma adottato dalla città di New Orleans: “La prima volta che ho messo piede nella culla del blues – ci racconta Winslow mentre fa una pausa durante le prove – ero con i miei compagni per suonare cover di Woody Guthrie in qualche locale. Ma quando la nostra macchina è stata rubata assieme a tutti gli strumenti musicali, ho deciso di fermarmi per un po’, giusto il tempo necessario per innamorarmene”. È una città vibrante New Orleans, dove l’animo del blues si mescola col ritmo tribale alla libertà del jazz e ai colori caraibici: niente di meglio da chiedere per uno spirito vagabondo che ha l’ambizione di diventare un bluesman. Capelli corti e disciplinati, viso perfettamente sbarbato per un look da bravo ragazzo, Luke cantante dalla voce calda e graffiante, si iscrive all’Università di New Orleans. E alla formazione accademica unisce la conoscenza pratica acquisita per le strade e nei club. Nel frattempo comincia a suonare assieme al chitarrista di origini livornesi Roberto Luti, che incontra mentre quest’ultimo si esibisce in strada. E con la band che l’accompagna incide ben quattro dischi. L’ultimo è Everlasting Arms composto da 14 brani, un album che “riflette i nostri ultimi anni trascorsi a viaggiare e a vivere in questa splendida città. Ci sono canzoni d’amore e di nostalgia per i vecchi tempi andati, e il disco è impreziosito dalla partecipazione di alcuni grandi musicisti locali”. Sua fedele spalla musicale è Esther Rose, che nel frattempo è diventata sua moglie. Luke e la sua band hanno dato prova della loro bravura in occasione del concerto tenuto al Monk di Roma nell’ambito del loro World Tour.

Luke, Woody Guthrie dava fiato alla speranza a ogni angolo della strada, cercava di dare forza a chi non possedeva niente: credi di avere qualche affinità con lui?
La musica di Woodie Guthrie mi è sempre stata di grande ispirazione. Inoltre suonavo la sua musica in occasione del mio primo viaggio alla scoperta degli Stati Uniti d’America, quando poi decisi di fermarmi a New Orleans. Nella mia educazione si sono unite la formazione classica e la conoscenza acquisita nelle strade e nei club. Entrambi questi elementi hanno dato uno stile personale alla mia scrittura.

Chi è per te Woody Guthrie? Ti capita ancora di proporre sue canzoni?
La leggenda di Woody Guthrie e delle sue canzoni è impressa a fondo nella coscienza collettiva dell’America: Guthrie vagabondò per tutto il paese sostenendo la causa dei più deboli, i suoi brani erano fatti per promuovere un atteggiamento positivo nella gente che si trovava a lottare contro mille sventure, Woody dava fiato a chi non possedeva niente e risollevava il morale di chi aveva perduto tutto nella Grande Depressione. La sua lezione è per me d’ispirazione e rappresenta un fil rouge nella mia scrittura. Il mio stile è cambiato e anche i miei interessi, ma Woody è sempre una mia guida spirituale.

C’è qualche questione politica verso la quale sei particolarmente sensibile?
No, evito di parlare di politica nella mia musica: i temi principalmente girano intorno ad amore e al concetto della perdita.

Mi parli della band che ti accompagna in questo World Tour?
Ho il piacere di avere nella mia band il grande chitarrista Maestro Roberto Luti da Livorno,  Benji Bohannon da New Orleans alla batteria, e Brennan Andes al basso che per la prima volta è venuto in Europa. Poi c’è Esther: ci siamo incontrati in un caffè e ci siamo innamorati facendo musica insieme. Attualmente sta lavorando a un suo progetto, per questo motivo non è qui, ma nel disco si sente eccome.

Mi racconti come è nato il tuo ultimo disco Everlasting Arms? Da cosa è stato ispirato?
Everlasting Arms è un album che rappresenta un tempo e un luogo. Le canzoni raccontano la mia esistenza. Ci sono brani allegri ma anche altri dalle tinte fosche, immagini di tristezza e di perdita. Quel che è certo è che le mie canzoni sono molto personali e riflettono sempre vere esperienze di vita. Abbiamo registrato il disco nel quartiere di Bywater a New Orleans, negli studi Piety Street. È un album che riflette i nostri ultimi anni trascorsi a viaggiare e a vivere in questa splendida città.

Quali sono le tue ambizioni legate a esso?
Il mio scopo è condividere le mie sperienze di vita con le mie canzoni e alla maniera di Woody Guthrie tentare di dar voce a chi non ne ha. Voglio proseguire questa tradizione. Voglio dare possibilità insperate a qualcun altro.

Sei in Italia per qualche data: cosa ne pensi del nostro paese? E del pubblico italiano?
Il pubblico italiano è uno dei più preferiti al mondo. È un pubblico attento e devo dire che ho conquistato una certa fan base qui che mi segue da diversi anni. Sono felice di avere sempre qualche cosa di nuovo da offrirgli ogni volta che ritorno.

Articolo Precedente

Piero Sidoti: una tradizione che merita, ditelo alle Sentinelle in piedi

next
Articolo Successivo

Taylor Swift contro Apple Music, il colosso di Cupertino si piega: “Pagheremo subito”

next