In un Paese, come l’Italia, in cui spesso i trentenni sono ancora considerati ‘giovani’ e in cui non si perde occasione di definire ‘bamboccioni’ i giovani che non riescono a trovare lavoro, riversando su di loro le colpe di una crisi che non hanno causato, parlare di empowerment giovanile viene purtroppo percepito come un vezzo di poca utilità. A volte, i giovani vengono indicati come destinatari di politiche; ma nella definizione di tali politiche non vengono consultati.

New York, Manifestazione contro cambiamento climaticoA livello internazionale, invece, sono molti i casi in cui il contributo dei giovani viene richiesto e apprezzato: uno di questi è l’Unfccc, l’organismo delle Nazioni Unite che si occupa di cambiamenti climatici. All’interno delle negoziazioni internazionali sul clima, infatti, i giovani sono riconosciuti ufficialmente come categoria, tramite un’apposita “constituency”, ovvero di un gruppo rappresentativo di un interesse, che prende il nome di YOUNGO.

Nei negoziati, la partecipazione dei giovani al processo Unfccc risale alla Conferenza di Bonn (COP5) del 1999; mentre dalla COP11 del 2005 vengono organizzati anche degli incontri preparatori alle sessioni ufficiali, chiamate “Conferences of Youth” (COY), con lo scopo di preparare nuovi giovani a partecipare proattivamente ai negoziati. Lo status di constituency, infatti, permette di avere un contatto diretto con il segretariato Unfccc che gestisce i negoziati; di poter avere degli spazi per interventi duranti le sessioni ufficiali; di avere un contatto diretto con le delegazioni e di avere accesso alle informazioni. In questo modo, i giovani posso partecipare al processo, influenzandolo.

E questo è quanto stato portato avanti da YOUNGO nelle ultime tornate negoziali: un gruppo di una ventina di ragazze e ragazzi, tra cui il gruppo giovani dell’Italian Climate Network, ha proposto l’inserimento nel testo del principio dell’equità intergenerazionale: significa che il Pianeta dovrà essere consegnato alle generazioni future in condizioni non peggiori rispetto a quelle in cui lo abbiamo ereditato. Ciò si traduce nel diritto delle generazioni future di poter usufruire dello stesso tipo di risorse e servizi ecologici delle generazioni attuali. Nel corso del negoziato intermedio di Ginevra dello scorso febbraio, la proposta dei giovani, con il supporto dell’Italia e di altri paesi del gruppo negoziale AILAC, è stata accolta e il principio di equità intergenerazionale è stato inserito nella bozza di testo negoziale che sarà discussa per il futuro accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

Per chi non ha esperienza diretta di negoziati, occorre sottolineare che questo risultato è straordinario: un nuovo principio nelle negoziazioni ha infatti delle ripercussioni dirette sul processo negoziale. Adesso, però, c’è bisogno dell’aiuto dei governi affinché questo principio sia definitivamente approvato durante la Conferenza di Parigi del prossimo dicembre. Questo è il motivo per cui all’interno degli Stati Generali sui Cambiamenti Climatici, in corso oggi a Roma, abbiamo chiesto al governo italiano di supportare la proposta e spingere affinché l’Unione Europea sostenga il mantenimento del principio di equità intergenerazionale nel testo dell’accordo attualmente in fase di negoziazione presso l’Unfccc.

In vista della Conferenza sul clima di Parigi, inoltre, si chiede al governo italiano di istituire e sostenere iniziative congiunte fra governo e rappresentanti giovanili sul tema dei cambiamenti climatici, sia durante i negoziati, per implementare la comunicazione, che tramite il coinvolgimento dei giovani nelle fasi consultive (incontri, riunioni preparatorie, consultazioni pubbliche) di processi finalizzati all’adozione di strategie e politiche nazionali riguardanti i cambiamenti climatici.

In questa fase di rapido cambiamento e nella transizione energetica, è importante e necessario che i giovani siano coinvolti come protagonisti: ci auguriamo che una iniziativa possa essere di ispirazione anche per altre forme di collaborazione con associazioni giovanili, per rendere i giovani partecipi delle decisioni che li riguardano.

La proposta giovani è visionabile a questo link sul sito di #italiasicura.

di Veronica Caciagli, presidente Italian Climate Network

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