Una giuria di studenti universitari, 17 esordi italiani al lungometraggio degli ultimi cinque anni e un programma sui cineasti del presente che al posto del digitale lavorano in Super 8. Questi sono solo alcuni spunti della 51esima edizione della storica Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro (20-27 giugno 2015) che quest’anno, dopo una buriana autunnale che stava per trasformarsi in tsunami, vede alla direzione artistica il giornalista e critico cinematografico Pedro Armocida. La Pesaro ideata nel 1964 da Lino Micciché e Bruno Torri è sopravvissuta all’avvento del nuovo sindaco renziano, Matteo Ricci, che a novembre 2014 avrebbe voluto far subentrare alla direzione del festival l’attore Luca Zingaretti. Nel parapiglia istituzionale/culturale alla pesarese non è sopravvissuto il povero Giovanni Spagnoletti, l’altrettanto storico e capace direttore del festival che è stato messo alla porta.

Il sacrificio dell’ex direttore ha permesso il salvataggio della Mostra con il suo allievo, Armocida, al timone e uno Zingaretti rimasto comunque “direttore” che sempre a Pesaro dal 3 al 5 luglio prossimo dirigerà il Pesarodocfest. “È positivo ci siano più manifestazioni di cinema in città. In tutto sono due/tre settimane di film. Anche se la Mostra e il docfest sono due cose un po’ diverse. Con il sindaco Ricci siamo in ottimi rapporti”, spiega Armocida al FQMagazine. “Il rischio che si facesse una sola manifestazione c’è stato. Solo che Zingaretti si è accorto che c’era molto da lavorare attorno alla Mostra e ha scelto di non accettare questa proposta”.

Dopo lo choc dei mesi scorsi, Pesaro riparte. E lo fa dopo una prima serata di cinema in piazza con la proiezione de Lo Squalo, in collaborazione con la Universal, che ha visto più di 1500 persone con il naso all’insù per guardare il capolavoro di Spielberg. “Su Facebook noto che tutti hanno la scienza infusa e hanno pronta la soluzione per il futuro dei festival cinematografici, Noi proveremo invece a confrontarci con il pubblico sul tema invitando all’incontro giornalisti, critici ed esperti del settore”, racconta Armocida. “Sarà un’edizione di passaggio, con un budget ridotto (400mila euro, meno 20% rispetto al 2014 ndr), ma con sezioni e idee che seguono la storia di Pesaro”. Esordi Italiani – Gli anni 10 al cinema, cioè 17 cineasti italiani che hanno esordito tra il 2010 e il 2015, gli “Sguardi femminili russi” con il ritorno di Svetlana Proskurina o la sezione dei Super 8 con quattro cineasti che nel momento dell’imposizione per legge del digitale continuano a girare in pellicola (“Ci sarà una sala apposita dove proietteranno personalmente i loro film”). Infine, 18 allievi, tra Centro Sperimentale, Scuola Volonté di Roma, Dams di Bologna, facoltà di Urbino e Padova, comporranno la giuria di Pesaro 2015 che sarà coordinata da Francesca Neri, ospite dell’ultima serata del festival quando ci sarà l’anteprima dell’ultimo film da lei interpretato, La Nostra Quarantena di Peter Marcias.

Analisi del presente senza sconti, ma anche l’obiettivo di scoprire nuovi linguaggi, è il senso della sezione centrale Esordi Italiani, titoli che fanno da cartina tornasole di un sistema industriale bifronte che tenta ancora di relazionarsi con la funzione di un festival di cinema: “Negli ultimi cinque anni ci sono stati esordi di qualità e noi abbiamo dato conto di alcune tendenze. Ci sono le commedie che hanno avuto successo commerciale – Smetto quando voglio di Sydney Sibilia e Scialla di Francesco Bruni; poi ci sono un paio di titoli – Miele della Valeria Golino e La città ideale di LoCascio – di attori che hanno esordito come registi, anche se l’ultimo quinquennio ne ha visti parecchi fare il fatidico salto, vedi Laura Morente, Edoardo Leo, Claudio Amendola. Infine c’è il blocco più pesarese, più forte linguisticamente: in anteprima mostriamo Ananke di Claudio Romano, prodotto da Gianluca Arcopinto, un super 16mm in bianco e nero. La funzione dei festival di cinema è dare spazio a film che da altre parti non puoi trovare”. Infine due titoli imperdibili di Pesaro 2015 consigliati dal neodirettore: “Dalla vetrina delle proiezioni serali in piazza del Popolo segnalo Victoria del tedesco Sebastian Schipper, un tutto in una notte berlinese girato in un unico vero piano sequenza di 140 minuti; e il mediometraggio La dolce Siria di Ammar Al-Beik dove si mescolano la guerra in Siria, il circo di Fellini e la voce di Adriano Aprà”.

Per informazioni:www.pesarofilmfest.it

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