Sono in quattro, raccontano che a loro è stato fatto passare il confine. E non sono gli unici sui quali la Francia allenta la presa. Altri 40 saranno gestiti da strutture francesi. Dalla prefettura delle Alpes-Maritimes però, fanno sapere che la linea dei cugini d’Oltralpe non è cambiata e che il “riaccompagnamento” dei migranti irregolari verso l’Italia “continua in modo normale”. Quei quattro comunque, hanno raccontato di essere stati fermati alla stazione Mentone-Garavan, di non avere i documenti ma dopo che sono stati registrati dalla polizia sono potuti tornare liberamente verso Mentone.

Potrebbe esserci stata quindi un’inversione di modalità nella gestione dei respingimenti, anche se non vengono rilasciati commenti ufficiali da parte della polizia francese di frontiera. Un’ipotesi è che la Francia stia dosando gli ingressi. Perché nella giornata del 19 giugno ci sono stati altri 60 respingimenti di migranti. 20 di loro sono tornati verso l’Italia. Il nostro Paese ha detto no agli altri 40, che saranno gestiti da strutture francesi. A Ventimiglia stazione sono rimasti 150 profughi. Mentre sulla scogliera di ponte San Ludovico, il numero di migranti è stabile intorno al centinaio.

Sembra quindi che qualcosa si stia muovendo al confine. Dopo che a Ventimiglia i migranti hanno dormito per diversi giorni sugli scogli, dopo che era stato loro impedito di entrare in Francia. Altri si erano sistemati in una pineta, prima di essere sgomberati dalle forze dell’ordine italiane. Altri ancora si erano stesi in stazione, dove sono poi stati portati anche gli stranieri rimossi dalla pineta.

Mentre la situazione sulle strade è stata questa, le istituzioni si sono messe a scambiarsi botta e risposta reciproci. Prima la Francia ha negato di aver sospeso Schengen e l’Italia ha risposto che aveva introdotto controlli non previsti dal trattato. Poi Matto Renzi aveva detto che in mancanza di solidarietà da parte dell’Europa ha pronto un piano B e la commissione europea ha risposto dicendo di non essere a conoscenza di nessun piano B. Infine il ministro dell’interno francese ha dichiarato che i migranti “non hanno il diritto di passare, deve farsene carico l’Italia” e nel nostro Paese si era alzato un polverone che aveva visto sollevarsi un po’ tutti, da Alfano a Renzi, che aveva detto di evitare “prove di forza”.

E la reazione istituzionale non manca nemmeno oggi, 19 giugno. A parlare è Laura Boldrini. La presidente della Camera, in visita a Milano, ha detto che la questione dei migranti va gestita “con strategia, sobrietà e senza fare inutili allarmismi”. La situazione che sta vivendo l’Italia, ha detto “non è di emergenza perché l’emergenza è dove c’è la guerra. L’emergenza c’è nel Mediterraneo dove sono morte 1.200 persone. Cosa dovrebbe dire il Libano – ha aggiunto – che ha 4,5 milioni di abitanti e 1,5 milioni di rifugiati? E’ come – ha osservato – se da noi arrivassero 16 milioni di persone”. Boldrini è convinta che “un grande Paese come l’Italia di fronte a 60 mila persone che sono arrivate finora abbia tutti gli strumenti per potercela fare. Ce l’ha sempre fatta – ha concluso – e continuerà a farcela”.

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