Differentemente dagli orsi, le serie televisive, quelle che sono realizzate con gli stessi mezzi e pretese di un kolossal di Cecil De Mille, entrano in sonno d’estate e per vederne il sequel dovremo aspettare un anno intero. Nel frattempo chi ne sentisse la necessità potrà rivederne le puntate, scaricabili a richiesta sul decoder della pay tv. Sempre che il cuore abbia retto alla crudeltà degli autori che potano il cast come i giardinieri. Ad esempio Il Trono di Spade si è appena concluso, per ora, con l’eliminazione cruenta dell’aitante ancorché un po’ triste John Snow, il bastardo degli Stark, che sembrava promettere una più lunga vita di patimenti e vendette e invece finisce pugnalato dai suoi più stretti collaboratori in modo talmente efferato che neanche Giulio Cesare. Così dicasi di Sansa, la Stark reclusa sposa, che si getta dalle alte mura del feroce consorte, come anche di Stannis che, come Agamennone, sacrifica al rogo la figliola (che, a differenza di Ifigenia, nessun dio salva in extremis).

Anche se, a ben pensarci, Snow nel mentre che moriva aveva un’espressione un po’ così, di Sansa vediamo il volo, ma non constatiamo lo sfracellamento, di Stannis non verifichiamo la garantita decollazione. Insomma, Martin, lo scrittore, si tiene le mani libere e arriva a strapazzare i fan affranti e un po’ incazzati: “State buoni e non rompete, altrimenti vi faccio morire il Nano”. Il Nano Tyrion, cioè il personaggio di più alta statura drammaturgica, o forse alla pari con Cersei Lannister, la regina or ora umiliata da una specie di Savonarola-Al Baghdadi, la madre tigre da cui ci aspettiamo grandi e spietate rivalse (e neanche sa che le hanno appena avvelenato la figlia).

Tutt’altra aria nel mondo delle telenovelas, quelle che, altro che kolossal, sono sfornate a macchina fra i fondali degli studi, di basso prezzo e realizzate in quantità inesauribili, generalmente destinate al pubblico pomeridiano, salvo che da noi, dove dilagano in prima serata. Qui la grandezza della scena e dell’orrore/stupore si arrestano dinanzi alla pozza serena dei sentimenti più delicati e collaudati. Basti ricordare, estratti dall’apposito sito, i titoli di alcuni episodi di Velvet (RaiUno): “Il vero amore non finisce mai”, “Il tempo degli addii”, “Amori che non sfioriscono”, “Il bacio più atteso”, “La carezza”, “Isteria prematrimoniale”, “Il gioco delle coppie”.

Resta da sapere cosa accade nella vita reale quando un fan de Il trono di spade si accoppia con un teledipendente da Velvet. Che figli ne nascono? Quali vacanze scelgono? Come riescono a sopravvivere insieme? Certo, per saperlo dovremmo lasciarci andare ai reality, che sulle coppie male assortite ci campano alla grande. Ma il troppo è troppo! Almeno per oggi.

Articolo Precedente

Ballarò, il rivale Dimartedì va in vacanza e il suo pubblico passa a Giannini

next
Articolo Successivo

Servizio Pubblico, il “rosso”? Non un vessillo, ma stato d’animo. Anche di sera

next