L’epicentro della questione immigrazione resta Ventimiglia. Oltre 120 migranti sono stati trasferiti nella serata di mercoledì dalla Francia all’Italia alla frontiera di Ponte San Luigi per un totale nella giornata di 170 persone riportate al di là della frontiera. Gendarmerie e Police Nationale stanno potenziando i controlli soprattutto nelle stazioni internazionali di Nizza e Cannes, ma anche nella stazione di frontiera di Garavan-Mentone dov’è stato fermato il treno di alta velocità Tgv e la Gendarmerie è salita a bordo per accertare la presenza di migranti. E ora le presenze di stranieri a Ventimiglia stanno aumentando: tra la stazione ferroviaria dove è stato creato un centro di prima assistenza e la scogliera di Ponte San Ludovico alla frontiera con la Francia le presenze stimate sono 640, 450 in stazione e 180 sulla scogliera. Il numero dei migranti “è aumentato in modo esponenziale nelle ultime 48 ore – fanno sapere dalla Croce Rossa – e il flusso sta aumentando”. Oggi è il primo giorno di Ramadan e la Croce Rossa si sta preparando per affrontare la giornata rafforzando la propria presenza con “più uomini e più materiali”.

Intanto in Francia si alza il grido dei vescovi: “Proviamo vergogna”: “Come ha fatto Papa Francesco – scrive la Conferenza episcopale in una nota – esprimiamo la nostra vergogna per quello che succede nel Mediterraneo come a Calais”. Secondo i prelati di Francia “bisogna essere consapevoli che questa situazione continuerà purtroppo ad aggravarsi e che riguarda la comunità nazionale, l’insieme della società”. E ancora: “Esortiamo i nostri governanti ad intensificare una cooperazione internazionale all’altezza delle sfide. L’Europa deve assumersi le proprie responsabilità e chiamare i Paesi che la compongono a fornire una reale risposta. Ne va della dignità degli esseri umani”.

E se continua il confronto a livello europeo il presidente del Consiglio Matteo Renzi – che in queste settimane è apparso isolato nell’Unione – incassa il sostegno forse inaspettato del Financial Times secondo il quale il capo del governo italiano ha ragione quando pretende che l’Ue deve condividere il peso dei profughi del Mediterraneo. Il quotidiano chiede anche al governo britannico – il Regno Unito non fa parte dello spazio Schengen – “di non tirarsi indietro accettando una quota giusta” di profughi. Intitolato “Il grido di rabbia dell’Italia sulla crisi degli immigrati Ue”, nel fondo il Ft scrive che si tratta di una situazione di fronte alla quale Renzi “non vuole soffrire in silenzio” e che la sua impazienza “è comprensibile”. Il quotidiano chiede una serie di azioni deterrenti, auspicando che l’Ue organizzi centri di accoglienza in Italia, Grecia e Spagna per identificare “quella minoranza di profughi che ha diritto all’asilo”, mentre gli altri devono essere rispediti a casa. Occorrono anche azioni decise contro i trafficanti di uomini e gli scafisti, che devono essere arrestati ed i loro mezzi distrutti. Cioè, in sintesi, conclude il Ft, “occorre una politica che da un lato permetta di condividere in maniera equa il peso dei rifugiati e limiti con credibilità il flusso attraverso il Mediterraneo nei prossimi anni”.

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