È bassa, larga, sportiva e bellissima. Ha due posti secchi, il motore centrale, la monoscocca in fibra di carbonio e fa girare la testa a tutti. No, sul cofano non c’è il Cavallino Rampante ma un Biscione incastonato nel trilobo, che rimanda direttamente ai tempi in cui Henry Ford si levava il cappello al passaggio di un’Alfa Romeo e le Ferrari semplicemente non esistevano, perché Enzo doveva ancora smettere di pilotare le prime per mettersi a costruire le seconde. Se vi piace passare inosservati, lasciate perdere. Ogni semaforo o incrocio è buono per una foto con il cellulare o per una battuta al volo; a ogni sosta, invece, è meglio armarsi di pazienza per richieste di informazioni, di “guardarla dentro” o di farci un giro da passeggeri. Non c’è dubbio, l’Alfa Romeo 4C è una calamita di attenzioni, dai bambini in passeggino alle nonnine con il carrellino della spesa. Anche chi magari è girato e non la vede, dopo un attimo la sente subito, soprattutto con gli scarichi sportivi come quelli dell’auto in prova, che fortunatamente non era rossa, altrimenti sarei ancora per strada braccato dai curiosi.

Ma la 4C merita tutte queste attenzioni? In una parola e definitivamente, sì. Al netto di alcuni difetti che è praticamente impossibile non perdonarle, quest’auto si fa amare incondizionatamente, a patto di essere dei veri appassionati di guida e di saper apprezzare le sue caratteristiche estreme. Per calarsi nell’abitacolo serve un minimo di agilità e poi si è seduti a non più di un palmo da terra. I sedili sono sottilissimi, l’abitacolo raccolto e spartano, ma la posizione di guida perfetta, con il volante e i pedali verticali, il primo completamente regolabile e i secondi incernierati in basso, come sulle auto da gara. Le gambe semi-distese non devono preoccuparsi della frizione (che non c’è), al contrario delle mani che hanno a che fare con un volante piccolo e con le palette molto vicine alla corona, tanto che la classica impugnatura alle 9:15 non riesce benissimo. L’altro problema dello sterzo è che non è servoassistito, ma non è la pesantezza in manovra a dare fastidio, piuttosto la tendenza a seguire qualsiasi imperfezione della strada e ad avere un carico molto variabile in funzione delle situazione.

Insomma, la berlinetta Alfa Romeo è un toro da prendere per le corna e gli sbuffi di ogni tipo che vengono dal cofano posteriore, così come le vibrazioni del 4 cilindri che entrano in risonanza con la vasca in carbonio e kevlar consigliano la presenza di un domatore esperto. Accettato tutto questo e digerita la presenza, negli interni, di componentistica proveniente dalle Fiat Panda e 500 – che fanno l’effetto della levette della 127 sulla Ferrari 308 di Magnum P.I. – tutto il resto è puro godimento. Per strada ci si limita a qualche partenza “da sparo”, ché esplorare il limite della 4C tra le curve aperte al traffico vuol dire percorrerle a velocità del tutto sconsigliabili. Questa Alfa va scatenata in pista, portando le gomme in temperatura, godendosi la sua dinamica sensibile dovuta al layout a motore centrale, la sua frenata incredibile e la sua trazione davvero mostruosa (il 60% del peso è dietro). Se non avete mai guidato una Lotus Elise – l’auto che più le si avvicina come concetto – penserete di trovarvi al volante di un grande go-kart con il tetto e, guardando il mondo dal basso in alto, una Mini Cooper vi sembrerà una Countryman, e quest’ultima il furgone della Polizia che viene ad arrestarvi per guida pericolosa.

Alfa Romeo 4C – la scheda

Che cos’è: una berlinetta a motore centrale e trazione posteriore, sviluppata a partire da una monoscocca di carbonio e costruita a mano. Ne vengono costruite solo 3.500 all’anno, di cui circa la metà sono Spider col tettino di tela rimovibile. È un modello d’immagine per fare da traino al resto di una gamma la cui costruzione inizierà il prossimo 24 giugno
Principali concorrenti: Lotus Exige e Porsche Cayman
Dimensioni: lunghezza 3,99 metri, larghezza 1,86 m, altezza 1,18 m, passo 2,38
Bagagliaio: 110 litri
Peso a secco: 895 kg
Motore: 4 cilindri in linea, 1742 cc, turbocompresso. Potenza 241 CV a 6.000 giri/min, coppia massima 350 Nm da 2.100 a 3.750 giri/min
Cambi: automatico doppia frizione 6 marce
Trazione: posteriore
Pregi: estetica, frenata, accelerazione, sensibilità, comportamento stradale
Difetti: ergonomia del volante, assemblaggio di alcuni particolari, sterzo impegnativo
Produzione: Modena, stabilimento Maserati
Prezzi: 65.000 euro per la berlinetta, 75.000 per la Spider
In vendita: da fine 2013

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