“I migranti non hanno diritto di passare, se ne deve fare carico l’Italia”. Dopo che nelle scorse ore la Francia aveva negato che la frontiera tra Mentone e Ventimiglia fosse stata chiusa, ad attaccare Roma è stato il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve: “Dall’inizio dell’anno”, ha detto in un’intervista a radio RMC e BFM-Tv, “abbiamo avuto circa 8mila passaggi e abbiamo fatto riammettere in Italia circa 6mila migranti. Gli stranieri registrati in Italia devono essere riammessi in quel Paese. Bisogna che Roma accetti la creazione di centri, che i migranti vengano registrati e vengano prese le loro impronte digitali. Bisogna rispettare le regole di Schengen”.

Gli ha risposto poco dopo Matteo Renzi: “Le posizioni muscolari non aiutano. L’immigrazione è una vicenda complessa che si gestisce con la solidità di un Paese come il nostro che non può consentire alla Francia di avere navi nel Mediterraneo e lasciare i migranti in Italia. Nessun egoismo nazionale può chiudere gli occhi”. Già nelle scorse ore i rapporti tra i due Paesi si erano fatti più tesi dopo che i profughi erano stati bloccati al confine e si erano accampati sugli scogli: le istituzioni francesi negavano di avere bloccato la frontiera, ma di fatto erano stati messi dei controlli fissi. Un comportamento sul quale sta indagando anche l’Unione europea per valutare se il trattato di Dublino sia stato rispettato.

“Tutti devono rispettare Schengen”, ha commentato la portavoce del commissario Ue sull’Immigrazione Natasha Bertaud, “e le regole del sistema di asilo europeo”. E a Renzi che sul Corriere della Sera aveva annunciato che l’Italia sarebbe pronta al “piano B”, ha risposto: “Non siamo al corrente di nessun piano alternativo. Vogliamo che il sistema di ricollocazione sia obbligatorio. Stimiamo di aver trovato un buon equilibrio nella proposta che domani, 16 giugno, sarà sul tavolo dei ministri dell’Interno”. Il presidente del Consiglio ha poi ribattuto: “L’Europa è a un bivio“, ha detto, “se vuole essere una comunità di persone, come era stata sognata, immaginata e costruita si deve fare carico del problema dell’immigrazione e ha il dovere di affrontare il problema tutti insieme”.

A Ventimiglia i migranti protestano da sabato 13 giugno perché non riescono ad entrare in Francia: il Paese ha chiuso la frontiera. E gli stranieri dormono da due giorni sugli scogli, a Ponte San Ludovico. Sono in 100, ma alcuni di loro hanno accettato il trasferimento nella stazione ferroviaria, insieme a un’ottantina di persone già presenti. Tutto questo mentre la gendarmerie francese ha rafforzato i controlli oltreconfine e gli uomini del battaglione mobile dei carabinieri presidiano, in territorio italiano, la zona della scogliera. Intanto la Croce Rossa ha fatto sapere che sirca 600 pasti sono stati distribuiti solo in stazione a Ventimiglia e 150 alla frontiera. Gli operatori non stanno rilevando casi di sciopero della fame. “Stiamo dando i viveri che ci vengono donati”, ha spiegato Fiammetta Cogliolo, della Cri ligure, che rileva come i migranti diano un “segnale di grande civiltà” lasciando pulita l’area in cui mangiano.

Sulla situazione al confine, Angelino Alfano è intervenuto criticando l’Europa che non lascia passare i migranti e contro i regolamenti di Dublino: “Le immagini dei migranti sugli scogli a Ventimiglia sono un pugno in faccia all’Europa”, ha detto il ministro dell’interno. Parlando poi della posizione italiana ai prossimi vertici europei, il ministro ha ribadito l’intenzione di “cambiare il regolamento di Dublino, che è diventato un muro di recinzione per il Paese dove gli immigrati fanno il loro primo ingresso”. E ha concluso attaccando l’Europa: “Se l’Ue non accetta di accogliere i migranti arrivati qui, l’Europa si troverà la stessa Italia davanti, non sarà l’Italia solidale che è stata fin qui, ma ricambieremo lo stesso atteggiamento”.

Video di Francesca Martelli

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano sarà a Lussemburgo il 16 giugno per incontrare i ministri degli Interni europei. Non sono previste decisioni formali, sui ricollocamenti intra-Ue di 40mila richiedenti protezione internazionale (24mila dall’Italia e 16mila dalla Grecia), ma Alfano nega lo slittamento della decisione: “Noi combatteremo in sede europea per l’equa distribuzione in Europa dei profughi”, ha detto a margine della riunione in prefettura a Milano con il sindaco Pisapia

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