La testa mozzata,gettata in cortile. Il corpo decapitato nel corridoio, all’ingresso di casa. L’assassino, in ginocchio, si accanisce ancora sul cadavere a colpi di coltello. Sono questi i fermi immagine dell’orrore che sono andati in scena davanti agli occhi dei carabinieri di Milano che questa notte intorno alle due sono intervenuti in un appartamento popolare di via Giovanni Antonio Amadeo 33, zona Lambrate, periferia est della città, dopo essere stati avvertiti da un vicino che ha assistito in diretta all’omicidio dalla sua finestra e che ha fornito una testimonianza determinate. “Una scena raccapricciante” racconta il colonnello Biagio Storniolo, comandante del reparto operativo dei carabinieri di via della Moscova. Il sangue di Antonietta Gisonna, 51 anni, con alle spalle precedenti per spaccio, è ovunque, mentre Carlos Julio Torres Velesaca, transessuale ecuadoregno di 21 anni, completa lo scempio di quello che rimane della donna.

Quando i carabinieri sfondano la porta blindata e riescono a fermalo, lui tenta di reagire. Ma l’interruttore mentale è già spento e la resistenza dura poco. Nell’appartamento al secondo piano messo a soqquadro arrivano anche i medici del 118 che riescono a sedarlo e a portarlo al Policlinico in codice giallo per alcuni tagli alle mani. Qui viene medicato, piantonato e infine arrestato in flagranza dagli uomini del nucleo investigativo guidati dal tenente colonnello Alessio Carparelli, prima di essere trasferito nel carcere di San Vittore.

L’accusa nei suoi confronti è omicidio volontario aggravato. Prima di mozzare la testa della Gisonna e lanciarla dalla finestra nel cortile interno della palazzina – hanno ricostruito gli investigatori – Carlos Julio Torres Velesaca l’ha colpita con una decina di fendenti, quello letale al torace, con un coltello trovato in casa (anche se bisognerà chiarire quale dei vari coltelli sporchi di sangue sia stato usato).

E’ stato questo l’epilogo di una lite finita in massacro. Lui si è chiuso nel silenzio. E per ora il movente resta custodito nella sua mente. Anche se nei prossimi giorni, durante l’interrogatorio, potrebbe decidere di fare luce sul motivo della mattanza che potrebbe essere legata a motivi di droga. Qualche elemento in più potrebbe arrivare anche dagli esami tossicologici disposti dal pm Elio Ramondini, che ha deciso l’autopsia sul corpo della Gisonna.

Intanto i detective dell’Arma stanno scavando nelle vite di vittima e carnefice. Antonietta Gisonna, originaria di Napoli ma da decenni a Milano, aveva precedenti per droga e nel 2013 era stata indagata per spaccio insieme al suo compagno di allora, un marocchino con cui viveva in via Cilea trovato con un chilo e mezzo di hashish. Carlos Julio Torres Velesaca, invece, da anni abita in Italia, con regolare permesso di soggiorno dal 2010. I carabinieri cercano di capire quale fosse la natura del loro rapporto. I residenti della palazzina di via Amadeo raccontano di non aver mai visto il ragazzo in casa della Gisonna. Forse – ipotizzano i carabinieri – usava l’appartamento solo per prostituirsi.

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“Due notti a drogarci, poi abbiamo parlato di morte e le ho mozzato la testa”

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