“Capacità di dialogo con la società, questo mi raccomando, la capacità di dialogo. In questa società dove c’è l’abitudine di far muri, voi fate ponti, per favore”. Papa Francesco si è rivolto così ai 100mila scout Agesci, radunati oggi, 13 maggio, in Piazza San Pietro. “Voi siete una parte preziosa della Chiesa in Italia – ha aggiunto Bergoglio – Sono certo che l’Agesci può apportare nella Chiesa un nuovo fervore evangelizzatore e una nuova capacità di dialogo con la società. E questo può avvenire solo a una condizione: che i singoli gruppi non perdano il contatto con la parrocchia del luogo. Non accontentarvi di una presenza decorativa alla domenica o nelle grandi circostanze”. Il Santo Padre ha anche sottolineato che”spiritualità e fede sono fondamentali per la crescita equilibrata e completa della persona umana”.

Il numero delle presenze è maggiore rispetto alle aspettative. Sono arrivati all’alba. I primi anzi, hanno preso posto dietro al colonnato di San Pietro durante la notte. Bergoglio si è recato sul sagrato poco dopo le 11. In piazza, tra gli scout, c’erano anche molti giovanissimi: in particolare oltre 22.500 ragazzi tra gli 11 e i 15 anni e 18.000 bambini dagli 8 anni in su. Il Santo Padre è giunto all’appuntamento, come di consueto, a bordo della papamobile. A lui è destinata la “Preghiera per il Papa con il Papa”, sintesi di oltre 150 preghiere scritte per l’occasione dai gruppi scout di tutta Italia. I Lupetti e le Coccinelle invece, i più piccoli dell’ associazione, hanno preparato per il Papa il pane, frutto del lavoro dei contadini.  Esploratori e Guide, ragazzi dai 12 ai 16 anni, hanno la terra. I Rover e le Scolte, i giovani dai 16 ai 21 anni, le bende, che rimandano al bene nei confronti degli altri.

Nel saluto al Santo Padre, i presidenti del Comitato nazionale Agesci, Matteo Spanò e Marilina La Forgia hanno detto che “la bellezza del nostro camminare da pellegrini, del venire qui ad incontrare te, Papa Francesco, è il desiderio di abbracciare chi ogni giorno ci indica la strada maestra e ci invita a occuparci del mondo. Siamo nelle città, nei quartieri dove possiamo essere più utili, e in tanti paesi. Abitiamo le parrocchie e lì proviamo a fare la nostra parte”.

“Noi ci ci siamo”, è l’idea degli scout. “Preghiamo perché, con l’aiuto di Dio, tu possa mantenere sempre l’entusiasmo per guidarci a fare una Chiesa semplice e pura, una Chiesa che cura le ferite, le fragilità e le debolezze, anche di noi giovani, come una casa dove tutti possano trovare pace e consolazione”.

 

 

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