Claudio Lotito è indagato per tentata estorsione. È la tesi della Procura di Napoli che indaga sul presidente della Lazio e consigliere federale e che in queste ore ha disposto perquisizioni nella sede della Figc da parte della Digos (12 gli agenti presenti) e presso l’abitazione del numero uno biancoceleste, presidente anche della Salernitana, oltre che negli uffici di Carlo Tavecchio (“il presidente Figc è stato anche sentito come persona informata dei fatti e ha offerto massima collaborazione”, fanno sapere dalla federazione) e Mario Macalli, entrambi non indagati. L’inchiesta – condotta dai pm Vincenzo D’Onofrio, Vincenzo Ranieri, Stefano Capuano e Danilo De Simone, coordinati dall’aggiunto Vincenzo Piscitelli – sarebbe scaturita dalla telefonata tra Lotito e il dg dell’Ischia Pino Iodice, diffusa da La Repubblica il 13 febbraio scorso. Ma particolare rilevanza, alla luce del tentativo di estorsione ipotizzato dalla procura campana, assumono anche le dichiarazioni che lo stesso direttore generale dell’Ischia aveva fatto a ilfattoquotidiano.it il giorno prima, 12 febbraio: “I contributi che Lotito ha minacciato di bloccare erano nelle casse della Lega Pro da diversi giorni e non sono stati distribuiti proprio perché attendeva di arrivare all’imminente scadenza del 16, giorno della riunione in assemblea – sosteneva il dirigente campano – Quando ho denunciato sono stati sbloccati per evitare che nascessero problemi. Le frasi su Carpi e Frosinone e i diritti tv (“Ho detto ad Abodi: se me porti su il Carpi… Se me porti squadre che non valgono un c… noi tra due o tre anni non c’abbiamo più una lira. Se c’abbiamo Frosinone, Latina, chi li compra i diritti?”), quindi, ma anche e soprattutto la questione legata alla fiducia verso Mario Macalli, vice-presidente federale e presidente della Lega Pro che dallo scorso dicembre ha visto sgretolarsi il consenso che da 18 anni lo tiene in sella alla terza lega del calcio italiano. Oltre ad essere stato inibito per sei mesi dal Tribunale Federale Nazionale per l’opaca questione legata alla registrazione dei marchi del Pergocrema.

E proprio attorno a questa vicenda si dovrebbe essere giocato il grosso della partita. A dicembre, infatti, era stato bocciato il bilancio 2014: una sfiducia di fatto per il presidente della Lega Pro che però non aveva ritenuto doveroso fare un passo indietro. La diffusione della telefonata tra Iodice e Lotito era arrivata a pochi giorni dal secondo round, il 16 febbraio, nell’assemblea della terza divisione. Lotito aveva annunciato, durante la lunga orazione nel giorno della diffusione dell’audio: “Abbiamo la maggioranza”. E la maggioranza in effetti c’era, anche se 27 presidenti avevano abbandonato l’assemblea perché contrari alla votazione per eleggere un nuovo consigliere Figc ritenuto in quota Macalli (Claudia Arpaia della Vigor Lamezia). Anche se, secondo i dissidenti, c’era da mettere in conto la giravolta di alcuni club (Savoia, Benevento, Casertana, Mantova e Gubbio) che fino a poche ore prima erano annoverati tra i contrari alla linea Macalli-Lotito.

Un cambiamento che – stando al racconto di Iodice e di altri presidenti, come quello del Grosseto Piero Camilli – potrebbe essere stato dovuto alle pressioni esercitate da Lotito. Che in questi mesi ha sempre respinto le accuse e denunciato Iodice alla Procura di Roma per diffamazione e calunnia: “Si confonde il senso del ragionamento che ho sempre fatto pubblicamente. Il sistema sta saltando. Non comando niente, non ho fatto pressioni – era stata la risposta di Lotito – Andate a leggere il curriculum del direttore generale dell’Ischia, porta pure sfiga. Chi fa una cosa del genere ha un fine. Con lui ci vedremo in un’altra sede”. Ma la procura di Napoli è andata avanti, ha ascoltato Iodice come persona informata sui fatti e, secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, ha sentito anche un’altra ventina di presidenti di club di Lega Pro, che avrebbero confermato quanto detto dal dirigente ischitano in merito ai metodi di convincimento di Claudio Lotito. Non solo. I pm hanno acquisito anche altro materiale oltre alla registrazione diffusa da La Repubblica. Il direttore generale del club campano lo aveva detto chiaramente  ilfattoquotidiano.it: “Ho registrato tutto, sto preparando un dossier. Lotito mi ha detto che in Lega Pro gestisce tutto lui e che non abbiamo capito che se non firmiamo il documento (di appoggio a Macalli, nda) la lega morirà, le società avranno mille difficoltà e che non sarebbero arrivate le contribuzioni. Se invece avessimo firmato il documento, lui – e ha sottolineato lui – avrebbe fatto arrivare altri cinque milioni di euro alla Figc per dare ossigeno alle società”.

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