L’economia spagnola si è ripresa ma il tasso di disoccupazione resta “dolorosamente alto”. A scriverlo sono gli ispettori del Fondo monetario internazionale nel rapporto annuale sul Paese. In cui sottolineano che permangono profondi e seri problemi strutturali, difficilmente risolvibili nel breve periodo. Il prodotto interno lordo iberico è atteso per l’anno in corso in crescita del 3,1%, mentre nel 2016 il progresso si stabilizzerà attorno al 2,5%, portandosi al di sopra della media dell’Eurozona. Si tratta delle previsioni migliori tra quelle relative agli Stati europei che si affacciano sul Mar Mediterraneo.

I dati pubblicati dal Fmi rappresentano una boccata d’ossigeno per il governo del primo ministro conservatore Mariano Rajoy. Quanto mai necessaria dopo il terremoto politico subito dal suo Partito Popolare alle ultime elezioni locali, a seguito dell’affermazione delle liste di Podemos del segretario Pablo Iglesias e del nuovo soggetto politico moderato Ciudadanos di Albert Rivera.

Secondo l’analisi del Fondo, la Spagna beneficia in questo momento dei bassi prezzi del petrolio, del relativo ma duraturo declino dell’euro e di una politica accomodante da parte della Banca centrale europea, ma resta vulnerabile e deve proseguire sulla strada di attuazione delle riforme. In particolare, l’Fmi sottolinea che “la ripresa ha preso slancio e velocità e la creazione di nuovi posti di lavoro ha avuto un’accelerazione, ma il tasso di disoccupazione è ancora a livelli tra i più elevati tra i Paesi europei”.

 

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