La preoccupazione più grande per un genitore di un ragazzo affetto da disabilità è nel cosiddetto ‘dopo di noi’. “Si deve trasformare questo concetto del ‘dopo’ – spiega la psicopedagogista Maria Ciambella – da una parte bisogna aiutare le famiglie trasformando questo grande senso di responsabilità che avvertono e dall’altra si può pensare che le persone si possano associare per creare le situazioni in cui il figlio verrà poi collocato in maniera dignitosa e giusta”. L’associazione Loic Francis Lee opera dal 1989 a Capena, vicino Roma, basandosi sul metodo steineriano (da Rudolf Steiner, un filosofo e pedagogista inventore dell’antroposofia) e ospita già 20 ragazzi nel proprio centro diurno, Casa Loic, contando oltretutto su una casa famiglia per adulti, Casa Maria Grazia. L’onlus, creata da genitori di ragazzi affetti da disabilità, per rispondere a questa ‘esigenza di futuro‘ ha un ulteriore progetto: ampliare la propria struttura costruendo la casa famiglia ‘Ingrid’ per ospitare altri 8 ragazzi, dai 18 ai 50 anni. Un progetto ambizioso volto a superare le condizioni di svantaggio individuale dei soggetti portatori di diverse abilità: la residenzialità completa permette, infatti, la crescita dell’autonomia e il superamento dello stato di isolamento sociale con il distacco della famiglia di appartenenza. “Abbiamo bisogno di aiuto – specifica però Francesco Fallucchi, consigliere delegato dell’associazione – il progetto è partito, ma i costi sono elevati: finora abbiamo raccolto 200mila euro, ma l’investimento previsto è di 800mila euro. Speriamo nell’aiuto di tutti per chiudere questo cerchio”  di Chiara Carbone

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