Continua a giurare di non sapere nulla, nemmeno dell’avviso di garanzia: “Non so di cosa mi si accusa se non dai giornali”. Per questo non si dimette e difende il proprio operato sul Cara di Mineo. Giuseppe Castiglione, sottosegretario all’Agricoltura in quota Ncd, indagato dalla Procura di Catania per una presunta turbativa d’asta sull’affidamento della gara relativa al centro di assistenza richiedenti asilo più grande d’Europa, tira dritto.

Dimissioni? “Non c’è motivo perché lo faccia – spiega l’esponente del Nuovo Centrodestra in un’intervista a La Repubblica – non so di cosa mi si accusi se non dai giornali. La Procura ha tutto il mio sostegno e fa bene a indagare, ma io non ho nulla da rimproverarmi e posso fornire tutte le informazioni utili per fare luce sulla vicenda”. Un punto critico sono i suoi rapporti con Luca Odevaine, trait d’union tra la cupola guidata da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi e la politica romana, il quale racconta di essere stato a pranzo con Castiglione: “Praticamente arrivai a capì che quello che veniva a pranzo con noi era quello che avrebbe dovuto vincere la gara”. Con Odevaine, dice Castiglione, “solo rapporti istituzionali”: “A pranzo credo di esserci pure stato. Ma non certo per parlare di appalti”.

In ogni caso sulla figura del membro del Tavolo di coordinamento nazionale insediato presso il Ministero dell’Interno, c’era stato l’imprimatur del Viminale: nel luglio 2011, in piena emergenza immigrazione, “chiedo garanzie su di lui al Viminale e le ottengo, anche se non è ascrivibile alla mia parte politica, militavo nel Pdl“. In quell’estate, spiega Castiglione, “il ministro degli Interni Maroni lancia un appello agli enti locali per accogliere quanti più migranti. Io sono presidente di tutte le Province, oltre che di Catania, e mi mobilito. Maroni fa requisire il villaggio della solidarietà, l’ex residence degli Aranci a Mineo. Odevaine allora è il direttore della polizia provinciale di Roma al fianco di Zingaretti, è stato capo di gabinetto di Veltroni, persona autorevole e nota in quanto tale”.

L’accusa che sia stato favorito un consorzio locale? “Io non ho lavorato di certo per alcun consorzio, né ho fatto mai parte di commissioni di gara. E Odevaine non ha concordato con me un percorso preferenziale per alcun raggruppamento di imprese”.

Maurizio Lupi, ex ministro delle Infrastrutture dimessosi in seguito all’inchiesta della Procura di Firenze sul sistema di spartizione degli appalti che faceva capo a Ettore Incalza, si schiera con il suo compagno di partito: “Non vedo perché il sottosegretario Castiglione dovrebbe dimettersi. Un’indagine non è una sentenza di condanna, né un rinvio a giudizio. A chi ne chiede l’uscita dal governo ‘in attesa di dimostrare la sua piena innocenza’, ricordo che in un Paese di diritto sono le accuse che vanno provate e non viceversa”.

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