Spagna, disfatta per Pp di Rajoy: exploit di Podemos e CiudadanosSerbo nitidi ricordi di Ada Colau, l’attuale trionfatrice nelle elezioni comunali di Barcellona, che risalgono ai primi anni Novanta; quando viveva a Milano da borsista Erasmus e partecipava alla redazione di “Moralità provvisoria”: la news dei gobettiani diretta dall’attuale inviato del Tg3 Andrea Riscassi, di cui ero vice, e dove bazzicavano giovanotti/giovanotte di belle speranze e attitudini critiche (compreso un Ferruccio Sansa non ancora stempiato!). Collaborava con corrispondenze romane – udite, udite – Filippo Sensi.

Una ragazza minuta e (solo) apparentemente fragile – Ada – con quel tipico orgoglio catalano che tende alla fierezza. Già da allora una robusta piantagrane. Come quando organizzò una sorta di golpe per rettificare la linea editoriale della rivistina, a suo avviso troppo maschilista. L’iniziativa – come si dice in Latino America – finì in una “intentona” (colpo di mano andato a male) e Ada si sfogò indirizzandomi una battuta che non ho mai capito bene: “Pierfranco, tu ti dimentichi che io ho le tette”.

Poi la vita ci ha diviso e ne ho perso le tracce, se non per qualche aggiornamento sporadico che mi forniva un suo antico fidanzato milanese. Sapevo che aveva radicalizzato il suo pensiero consacrandosi con l’abituale dedizione al lavoro nel sociale. In quel laboratorio politico straordinario che è la Catalogna; la Spagna, dove il movimento degli Indignados ha prodotto in maniera ancora più consapevole di altri Paesi mediterranei (leggi Italia e Grecia) l’apprezzabile marcia indietro della politica dai Palazzi del potere al mondo delle persone. Collocando il senso della militanza nel rapporto interpersonale diretto con i bisogni e le sofferenze indotte dalla finaziarizzazione del mondo. Se il M5S propugna (giustamente) il reddito di cittadinanza, il movimento Pah (Plactaforma de Afectados por la Hipoteca, a difesa delle vittime dei mutui), guidato dalla Colau, offre assistenza legale e arriva a presidiare fisicamente le abitazioni oggetto di sequestro da parte del sistema bancario (che ha lucrato sulle precedenti bolle finanziarie) a fianco dei loro stessi abitanti, strangolati da marchingegni truffaldini; gli attivisti di Syriza riallacciano clandestinamente l’elettricità a oltre 300mila famiglie greche, ridotte alla miseria, a cui era stata tagliata per morosità.

Insomma, la prima lezione è quella di partire dal face-to-face, andando oltre le astrattezze del virtuale semplificato/banalizzato in clickdemocracy. La seconda, incarnata direttamente dalla recente vicenda di Ada Colau nella sua conquista trionfale dell’ayutamiento barcellonese, è quella che si vince facendo alleanze. Infatti determinante per questo straordinario successo è stato l’appoggio senza condizioni di Podemos, che ha rinunciato a presentare liste proprie. Ma altrettanto importante è stata la capacità di aggregare tutte le forze di cambiamento in campo. Rinunciando a ogni pretesa di insularismo isolazionistico. Perché la base culturale intimamente laica di Ada (già allieva di Fernando Savater) le ha consentito di affrontare esperimenti di contaminazione positiva senza subire il minimo richiamo del settarismo. Altre volte mi sono espresso in questo senso sul blog, incassando commenti sconfortanti: “E già, dovremmo allearci con il Pd o Sel?”. Nient’affatto. Le alleanze vanno cercate nel sociale, dai movimenti per la legalità (ad esempio Libera) a quelli per la difesa dei beni comuni (tipo comitati per le acque), per non parlare del lavoro organizzato che non si trincera nel lobbismo (massì, la Fiom).

Ci sono Ada Colau dalle nostre parti, capaci di riprenderne la lezione? Io scorgo un lampo di lucida follia (irrinunciabile per non essere afferrati dalla mala politica) nello sguardo di Alice Salvatore o Antonella Laricchia. E spero.

Intanto riascolto la cassetta con le canzoni di Manuel Serrat, il grande cantautore catalano, che Ada mi aveva registrato tanti anni fa. Tra cui la poesia di Antonio Machado messa in musica: “Caminante no hay camino./ Se hace camino al andar” (viandante, non esiste sentiero, il sentiero si fa camminando).

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