“Nessuna validità scientifica” nel metodo Stamina. Sono emersi invece “una serie di rischi” circa le “attività di estrazione e re-inoculazione delle cellule staminali poste in essere fuori dalle dovute precauzioni e al di fuori delle procedure richieste dalla legge”. Con queste motivazioni, relative a tre diverse sentenze, la Cassazione ha respinto la richiesta dei familiari di alcuni malati e di Davide Vannoni. Il guru del metodo Stamina avrebbe voluto il dissequestro dei materiali per le infusioni presso gli Spedali Civili di Brescia. Ma, ad avviso dei giudici, lo stop alla cura su input delle indagini della Procura di Torino si basa su considerazioni “puntuali e coerenti”.

“Non ci sono dati scientifici né metodi dettagliati”
La Cassazione quindi ha convalidato il sequestro disposto dal pm Raffaele Guariniello, sottolineando che “l’unico protocollo presentato da Stamina Foundation non è supportato da dati scientifici. E’ privo di riferimenti a procedure validate o a pubblicazioni scientifiche e le metodiche non sono dettagliate. In tutta la documentazione prodotta da Vannoni – si legge nelle motivazioni della Suprema Corte – la preparazione e la caratterizzazione delle proprietà delle cellule staminali non è definita né documentata adeguatamente”.

Stamina “potenzialmente pericolosa” per la salute pubblica
Sempre secondo la Cassazione, in circa il 25% dei pazienti che si sono sottoposti a questo tipo di cure si sono presentati “eventi avversi e nel 14% dei casi anche gravi. E’ stato riscontrato che numerosi pazienti – prosegue l’alta Corte – hanno denunciato l’assenza di effetti benefici e, in taluni casi, il peggioramento delle condizioni di salute”. Il trattamento Stamina quindi, costituisce un “medicinale tecnicamente imperfetto e somministrato in modo potenzialmente pericoloso per la salute pubblica”.

Nessuna conseguenza legale per i medici
Non sono incriminati invece, i medici che “in adempimento del dovere di dare esecuzione alla pronuncia del giudice civile” hanno somministrato la cura Stamina. I camici bianchi costretti a fornire questa terapia, adeguandosi ai provvedimenti della magistratura civile, non avranno conseguenze penali nel caso in cui le infusioni si rivelino “pregiudizievoli per la salute del paziente”.

Vannoni: “Mi dispiace per i bambini”
Davide Vannoni, da parte sua, ha detto di prendere atto della sentenza, sottolineando che a suo parere “si tratta di un’interpretazione, e capisco la base su cui poggia. Ma questa posizione va contro la legge Balduzzi, votata in Parlamento, e contro una pronuncia del Consiglio di Stato, che aveva detto sì all’interrompere le nuove cure, ma anche che era corretto continuare la somministrazione nei pazienti già in cura”. “Si tratta di un’interpretazione, di cui prendiamo atto – ha aggiunto il guru di Stamina – come ne prenderanno atto i pazienti. Di fatto il sequestro a Brescia impedisce la continuazione della cura. Certo mi dispiace per i bambini, ne abbiamo persi quattro di recente”, ha concluso Vannoni, che ha auspicato che “prima o poi la verità scientifica sarà ristabilita”.

Il patteggiamento di Vannoni
Il 18 marzo Davide Vannoni ha patteggiato un anno e dieci mesi di fronte al gup di Torino. Il giudice ha accettato anche le richieste di patteggiamento del medico Marino Andolina e di altri cinque imputati. Ha invece deciso la condanna a due anni per Marcello La Rosa e a sei mesi per Carlo Tomino dell’Aifa. Mentre quattro medici degli Spedali civili di Brescia sono stati rinviati a giudizio. Il processo per loro comincerà il 9 giugno 2016. L’accusa, formulata dal procuratore Raffaele Guariniello, era di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla somministrazione di farmaci guasti ed esercizio abusivo della professione medica.

 

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