L’ex presidente Napolitano l’aveva abolita per far quadrare i conti della spending review. Il presidente in carica Mattarella l’ha ripristinata per il suo debutto con la figlia Laura, nei panni di first lady. Ma anziché i 3.000 invitati degli anni passati (si faceva prima a stilare la lista di chi non c’era), quest’anno solo in mille sono stati pregati di presentarsi al ricevimento del Quirinale per la Festa della Repubblica. E così, tra un’oliva infilzata in uno stuzzicadenti e un culatello stagionato, un caravanserraglio istituzional/mondano/presenzialista si è messo in fila per stringere la mano a “mMr. cinquanta sfumature di grigio per la sua mancanza d’aplomb”.

Poco più in là un capannello di ospiti aspettava udienza da Giovanni Malagò, potente e stiloso presidente del Coni. Sembrava lui the president. Lasciamo Mattarella alle sue prime lezioni d’inglese per non inciampare in altri incidenti protocollari con la regina d’Inghilterra (muto come un pesce) e in mancanza d’altro il parterre sgomitante si è diviso fra lo zeppone rockggiante di Lilli Gruber e il tacco a spillo rosso fuoco/patriottico del ministro Maria Elena Boschi.

Ci sono le passioni a senso unico, totalizzanti, che cominciano come un hobby come quella di Laura Bosetti Tonatto che ha fatto di lei un “naso”, un nez come direbbero i francesi. E sono proprio loro ad aver mantenuto il primato nel mondo fin a quando non è arrivata Laura, torinese, che fa il profumo alla Regina d’Inghilterra e ai reali dell’Arabia Saudita, fragranze pregiate, uniche al mondo. E direttamente dalle coltivazioni di casa saudita ogni anno le arriva un carico di un chilo della rarissima rosa di Taif. Tra alambicchi e alchimie, zagare e fiori d’arancio, nel cortile di un palazzo seicentesco di via dei Coronari al 57 a Roma ha inaugurato “La Vetrina“, un atelier di profumi per un viaggio olfattivo inebriante. E per chi si volesse fare un’essenza ad personam offre corsi di aromacologia. Ma soprattutto Laura, tra cioccolatini e fondat ripieni di violetta e lavanda, racconta come è riuscita a entrare in un paese dove le donne da sole non sono ammesse, ma lei ha avuto accesso a tutte le coltivazioni del regno per poter selezionare le rose migliori tra quelle di Taif, Medina, Tabuk, Jazan e Al Jouf.

Sono tutte Rose Damascene estratte con tradizione centenaria. L’uso del profumo ha un ruolo molto importante nella cultura dell’Arabia Saudita. La religione musulmana lo incoraggia per gli uomini e per le donne: i sauditi sono i più forti consumatori al mondo di profumi. La fioritura ha luogo tra marzo ed aprile e la raccolta inizia all’alba e termina alle 7 del mattino. Dalla distillazione dei fiori si ottengono l’essenza (Attar) e l’acqua di rose, che può essere usata anche in cucina, ad esempio per aromatizzare il tè o i dolci. Le principesse saudite amano realizzare miscele con acqua di rose e legni profumati polverizzati con ricette che si tramandano da madre in figlia e vengono utilizzate per il rito della fumigazione, il modo più antico di profumare, proprio attraverso il fumo, casa e abiti. L’oud e il sandalo si bruciano nella mabkhara, un incensiere. La principessa Noof, nipote del defunto re Khaled, visto l’ entusiasmo di Laura per il “fumo profumato”, le regalerò la ricetta del suo oud alla rosa di Taif. Apre un barattolo, per lei prezioso come uno scrigno, e ce lo fa annusare. E sembra di essere avvolti in quelle atmosfere incantate da mille e una notte. “Non cuique datum est habere nasum”, questo è il suo motto.

Twitter@januariapiromal

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