“Nel Pd c’è stata una guerra fra bande di cui non ci siamo accorti”. “Ora chi ha violato le regole paghi tutto”. A poche ore dagli arresti nell’ambito della seconda tranche dell’inchiesta Mafia Capitale le opposizioni chiedono il passo indietro del sindaco di Roma, mentre Matteo Orfini e Matteo Renzi attaccano “chi ha sbagliato”, ma difendono il Pd e la giunta di Ignazio Marino. Nessuna ipotesi di dimissioni (che ha smentito lo stesso primo cittadino), ma un rivendicare interventi e azioni degli ultimi tempi per la legalità e la trasparenza. “Un Paese solido”, ha detto il presidente del Consiglio, “è quello che combatte la corruzione come sta avvenendo in Italia con decisione e forza, mandando chi ruba in galera, perché è giusto che chi ha violato le regole paghi tutto e fino all’ultimo giorno”.

Il presidente del Pd Orfini se l’è presa con una parte degli amministratori che hanno tradito il loro mandato: “Il nostro partito è stato commissariato”, ha detto in conferenza stampa, “e ha avuto la responsabilità di non essersi accorto, c’era una battaglia interna che allontanava il partito dai problemi dei romani. Qualcuno nel nostro partito ha ceduto, chi ha ceduto dovrà pagare il suo debito con la giustizia, non è degno di stare nel Pd, chi si è fatto corrompere deve sparire dalla vita politica”. Lo scioglimento del comune di Roma per mafia è un’ipotesi che Orfini “non prende nemmeno in considerazione”. “Non ci sono le condizioni per sciogliere il Comune, lo scioglimento significherebbe andare incontro alle istanze della criminalità organizzata”.

Video di Manolo Lanaro

 

Intanto chi continua a difendersi e a garantire che la giunta romana non avrà contraccolpi, è il primo cittadino Marino: “Dimissioni? Andiamo avanti. Continuiamo in questo modo. Stiamo cambiando tutto. Il Partito democratico è il popolo delle persone perbene, il popolo che mi ha eletto e mi sostiene. È il popolo che in questa città sta comprendendo quale conflitto epocale stiamo conducendo”. In mattinata ci sono state le prime ripercussioni sull’attività istituzionale: è saltata l’assemblea capitolina prevista per oggi. Non si è raggiunto il numero legale per aprire la seduta nei quattro appelli fatti questa mattina. Tra i primi a difendere l’operato della parte buona delle istituzioni è intervenuto anche il presidente della Regione Nicola Zingaretti: “Dalla Procura un lavoro importante e utile per fare chiarezza e rafforzare la legalità nella Pubblica amministrazione. Da parte nostra, in Regione, in questi due anni, abbiamo fatto di tutto per governare bene, rafforzando la legalità e la trasparenza. Andremo avanti così, sempre più determinati”.

Le opposizioni, dalla Lega Nord al Movimento 5 Stelle non accettano però le giustificazioni. E chiedono che si torni alle elezioni. “Ora se ne vada subito”, ha detto il leader della Lega Nord Matteo Salvini ad Affaritaliani.it. “Orfini e Renzi”, ha detto la deputata M5S Lombardi, “sono talmente impegnati con i videogiochi che non si sono resi conto che il loro partito è diventato il referente politico della mafia a Roma. Il Movimento 5 Stelle è l’unica forza politica in grado di liberare Roma dal malaffare della criminalità organizzata”. Attacchi anche dal senatore Luigi Gaetti: “Di giorno esponenti del Pd, rappresentanti di Legacoop Lazio e Forza Italia-ex AN (alleati della Lega di Matteo Salvini) fingevano di litigare. Di notte rubavano insieme a mafia e terroristi neofascisti lucrando sul business dell’accoglienza dei migranti e la gestione dei campi nomadi”.

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