“Ogni artista ha un compito etico, la tela dipinta, l’opera d’arte porta un messaggio più o meno nascosto tra Forma e Colore, tra Luce e Ombra, tra Chiaro e Scuro”. Così la pittrice Karen Thomas descrive il senso della sua arte e, in particolare, della mostra “I Colori della Luce, Colori della Pace – Commemorare per non Dimenticare la Prima Guerra Mondiale”, a cura dallo storico Claudio Strinati, fino al 5 luglio nella prestigiosa cornice del Franzenfeste, Forte di Fortezza di Bolzano.

Un progetto espositivo alla scoperta delle sensazioni e dei colori della Grande Guerra che rientra tra le iniziative per le commemorazioni del centenario e rivendica la cifra dell’appartenenza all’Unione Europea perché si diffonda una nuova etica rispettosa delle radici e delle diverse identità culturali, condizione fondamentale per un’edificazione europea solida, alla luce di un’attenta analisi del passato. L’esposizione, infatti, ha l’obiettivo di sottolineare quanto, oggi più che mai, la cultura possa essere messaggera di futuro, di speranza, di dialogo e Karen Thomas – “artista europea” per eccellenza ed esponente riconosciuta a livello internazionale della nuova corrente neo-espressionista – nelle 70 opere in mostra, ma anche con la sua storia personale, diventa simbolo vivente di questa visione e si fa promotrice di una unione armoniosa e proficua tra le nazioni.

Attraverso un’esplosione di luci e di colori la pittrice declina il tema della pace e tutti i temi che gli

ruotano attorno in tutte le sue sfumature: dal blu dell’etica umana e dell’Unione europea al bianco, colore del primo conflitto mondiale, la cosiddetta “Guerra bianca”, e al tempo stesso colore della pace, e poi il rosso, simbolo della linfa vitale e il giallo e l’oro che richiamano la preziosità della vita, la speranza, l’energia della natura. Ad opporsi alla luminosità di questi colori c’è il nero “del caos del giorno zero della Genesi”, quando il buio dominava prima che improvvisamente esplodesse la luce. Il nero, quindi, non ha di per sé un’accezione negativa, ma è considerato come una sorta di entità generatrice da cui può nascere qualcosa di buono, il nero è una possibilità. In quest’ottica “la Storia è un continuum che si muove tra questi due antipodi”, ha affermato il curatore Strinati. I colori dunque – non scelti a caso, ma frutto di un intenso lavoro di ricerca materica – sono portatori di un messaggio etico molto preciso e danno vita a opere intense, passionali e fortemente emotive lontane da qualsiasi riferimento figurativo, ma facilmente comprensibili perché immediate, dove etica ed estetica si coniugano perfettamente e sono l’una al servizio dell’altra.

I quadri raccontano il viaggio evolutivo di un dialogo tra i popoli che vede il suo apice nel messaggio di integrazione e sintesi nel presente europeo. Ma l’integrazione per Karen Thomas è anche quella tra Uomo e Natura che mette al centro di numerose opere all’interno delle quali, in particolare, emerge con chiarezza la tematica ambientale molto cara all’artista, attentissima nell’utilizzare rigorosamente materiali non tossici e rispettosi dell’ambiente. “Le mie opere sono come dei figli il cui compito è quello di farsi ambasciatori di un forte messaggio artistico ed etico, ricco di colore, di luce e di pace”, ha dichiarato la pittrice, il cui intento è quello di rendere anche lo spettatore, senza distinzioni di provenienza ed estrazione sociale, un “ambasciatore di pace”.

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