Nuovi governatori di alcune Regioni italiane, vecchi e rinnovati amministratori, sono stati eletti benché una commissione dal nome ambizioso, la Commissione Antimafia avesse indicato alcuni di loro come impresentabili. Tutto ciò nei giorni intorno alla Festa delle Repubblica.

Superato il primo lungo weekend balneare di giugno, di cosa si parlerà in classe a scuola, o al liceo, negli ultimi giorni tra chi prepara la maturità classica, o degli istituti tecnici? Già si vocifera che una delle tracce di attualità sarà su Mafia capitaleLe scuole hanno le loro pregevoli iniziative antimafia, borse di studio, workshop, libri importanti da far leggere agli studenti, film fondamentali da commentare. Mi chiedo però, se ci sia un modo per far sentire sulla carne di un adolescente che l’illegalità, il comportamento mafioso, uccide ogni sua personalissima speranza. Cosa debba sapere un ragazzo dai 10 ai 17 anni sulla mafia, è difficile determinarlo. Così com’è complesso volere che la scuola come istituzione di oggi, abbia gli argomenti e le risposte giuste. Magari le avesse. 

Le mafie, che assoldano killer di uomini, donne e a bambini, promuovono ancor più efferati soppressori di sogni, di progetti, di idee. Coltivatori di deserti, di terre bruciate dove ciò che faticosamente germoglia viene spezzato, senza un respiro. Le mafie chiudono le opportunità. In effetti, credo che il contrario della parola mafia sia apertura. Le mafie bloccano le libertà, e si prendono ciò che è pubblico, illegalmente lo rendono privato, alzano steccati, muri, inchiodano ogni fessura dalla quale possa arrivare una luce.

Tutto questo sotto i nostri occhi. Il racconto degli illeciti della criminalità mafiosa sul litorale di Ostia disegna questo paradigma, che un cittadino giovane di questa città vedrà nei prossimi week end, osservando lo smantellamento dei baracchini di Ostia Lido. Per anni, oltre dieci, invasivi stabilimenti balneari hanno impedito ai cittadini di godere liberamente del mare. E quella quota per entrare in un spazio pubblico, ha rappresentato in verità, una richiesta di “pizzo”, qualche volta compensata da una sedia a sdraio.

Allo stesso modo nel centro storico di Roma c’è chi continua a chiudere, e fa pagare ciò che è invece è un diritto, si appropria di marciapiedi invadendoli di tavolini, sottraendoli alle passeggiate estive. Chiude, chi viola il divieto di vendere alcolici dopo le 22, chi rabbocca gli shottini di vodka a due euro, mentre nei negozietti di alimentari, affidati a gestori indiani o del Bangladesh, a mezzanotte si dimezza il prezzo di un litro di birra. Sino alle prime ore del mattino, c’è l’ordine di riempire di alcol proprio gli adolescenti, i più giovani, i meno avveduti, poi interverranno gli spacciatori professionisti.

Pensando a tutto questo – solo una parte dell’ inferno – che accade a pochi metri da casa mia, nel quartiere di Trastevere, mi sono trovata a voler proporre qualcosa, un’iniziativa per l’educazione alla legalità nella scuola in un evento al Forum Pa. Mi ero preparata: tante scuole hanno laboratori, meeting, iniziative importantissime per lavorare sul tema della legalità, molte organizzate e coordinate da Libera o dal Gruppo Abele. Pensavo di dire che ogni azione non deve essere episodica, legata a una ricorrenza o a un evento sulla legalità, ma curriculare, quindi diventare una materia di studio, come l’italiano o la matematica, soggetta a rigorosa valutazione.

Ci sono iniziative del Miur, in molte realtà sono coinvolte le forze dell’ordine, la magistratura, le associazioni antimafia. Prima di prendere la parola, ho sentito un rappresentante del Miur dire a denti stretti, che al momento, nessuno sa come sarà la scuola di domani, e per questo motivo non si può ancora programmare a lungo termine. Mi ha convinta: le scuole saranno esempio di legalità, quando garantiranno la sicurezza per i nostri ragazzi, quando avranno nuovi tetti, con strutture antisismiche e impianti a norma.

Il decreto sulla scuola approvato il 20 maggio 2015, metterà in sicurezza 36 mila plessi scolastici, con 4 miliardi di finanziamenti, e assumerà 100mila insegnanti della scuola primaria e secondaria. Non ci vogliono troppi fondi per un educazione alla legalità, ce ne vogliono certamente affinché le scuole non crollino, e gli studenti non si feriscano o peggio muoiano, come è già successo. L’istituzione scuola consolidi le propria mura. E’ già tanto.

Penso al “super preside“, nell’articolo 9 del decreto, il dirigente scolastico al quale secondo la visione del governo è necessario dare più responsabilità per fare funzionare al meglio gli istituti. Una scuola con mura salde, tanti docenti, e un preside potente potrà essere un inizio.
Caro Preside, teniamo le scuole aperte quest’estate, lavoriamo tutti insieme, sull’apertura, sull’attenzione, sul coraggio, sulla responsabilità. Per tutto il tempo che ci vuole, per generazioni. Lo scorso ottobre a Corviale, difficile quartiere periferico di Roma Nord, ho ascoltato don Luigi Ciotti presidente di Libera, dire ai ragazzi: “In Italia la mafia e la corruzione sono due facce della stessa medaglia. Bisogna tracciare un solco una volta per sempre, serve uno scatto in più da parte di tutti, per trasformare la nostra indignazione in responsabilità”.
Io ricomincio da qui.

Twitter: @loliva2011

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