Il video è emerso grazie alla American Civil Liberties Union Foundation, che ha denunciato il brutale arresto di una donna nera, incinta di otto mesi, per non aver dichiarato le sue generalità. Il fatto è accaduto a gennaio 2015, nella città di Barstow, California. La donna stava accompagnando a scuola la figlia e, nel parcheggio dell’istituto, aveva avuto un alterco verbale con una donna al volante di un’altra vettura. E’ stata quest’ultima a chiamare la polizia sostenendo che l’altra “mi gridava addosso come una pazza”. Ma un agente, una volta sul posto, fa notare a chi li ha chiamati: “non vedo crimini qui“, e aggiunge che probabilmente non c’era “motivo di chiamare la polizia”. Ciò nonostante, quando gli agenti si avvicinano alla donna incinta, le intimano di dichiarare le sue generalità e di esibire i documenti. La donna, senza agitazione, sostiene di non avere questo obbligo. A confermare la posizione della donna è Adrienne Wong, della American Civil Liberties Union Foundation, che spiega: “Anche se un officiale di polizia sta conducendo un’indagine, in California non può chiedere le generalità a una persona senza una ragione precisa“. Eppure, tanto è bastato perché la donna venisse ammanettata e spinta a terra, costringendola a stare distesa sulla pancia nonostante fosse gravida di otto mesi. “Sono incinta, vi prego, aiutatemi”, grida Charlena Michelle Cooks nel video. Ma gli agenti non sentono ragione, e la spingono all’interno della loro auto. La Cooks, poi rilasciata senza accuse, sta valutando se fare causa al dipartimento di polizia. Per fortuna il 30 di marzo ha partorito senza conseguenze

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