“Con noi è stata sempre impegnata e attenta; poi, cosa sia successo dal 2 all’8 novembre 2010, non l’abbiamo capito”. Don Luigi Ciotti ha testimoniato ieri a Crotone nel processo “Insula” che vede imputato l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, il marito Franco Pugliere e alcuni esponenti della cosca Arena. Nel corso della deposizione, rispondendo alle domande del pm Domenico Guarascio e del collegio difensivo, il fondatore di Libera si è soffermato sull’operato della Girasole (considerata fino al giorno dell’arresto un simbolo antimafia) che “con chiarezza e determinazione” chiese supporto di Libera nel percorso per la realizzazione di una coop che gestisse i terreni confiscati. Il rapporto è un po’ cambiato quando si dovette decidere cosa fare dei finocchi coltivati dagli Arena sui terreni che erano già stati confiscati. Per don Ciotti quel raccolto doveva essere distrutto. Il comune di Isola mutò, però, orientamento predisponendo un bando per la commercializzazione del raccolto aggiudicata, secondo l’accusa, a un prestanome del clan. “Quei finocchi – spiega don Ciotti – non dovevano essere coltivati nonostante quel terreno era già confiscato. Era un atto di arroganza ed era importante dare un sognale” (video dal Crotonese.it)

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