Si aspettava certamente qualche polemica ma non avrebbe mai pensato di poter essere oggetto di ripetute minacce di morte per aver deciso di omaggiare Charlie Hebdo con un numero speciale del giornale scolastico. Louis, 17 anni, è il caporedattore de La mouette baillonnée” (“Il gabbiano imbavagliato”), giornale di un prestigioso liceo di Saint-Maur-des-Fossés, comune chic a sud di Parigi, premiato nel 2013 come miglior giornale liceale di Francia. Dopo aver scoperto che le famiglie di ben due alunni dell’istituto erano state direttamente coinvolte dagli attentati alla redazione di Charlie Hebdo e al supermercato Hyper Cacher, la redazione ha pubblicato il 22 gennaio un numero speciale con testi e disegni sulla libertà di stampa, distribuito gratuitamente ai 2.300 allievi del liceo e mostrato come esempio da diversi media nazionali.

“In un primo tempo non ci sono stati problemi”, ha dichiarato Louis a FranceTv, “tranne un professore che ha fatto uno scandalo dicendo che non parlavamo abbastanza degli ebrei dell’Hyper Cacher”. I guai sono iniziati il giorno dopo, quando nella casella della posta del liceo è arrivata la prima minaccia: la prima pagina del giornale con sopra una svastica, una bara e la frase “Se è noi che cerchi, ci troverai”. Il giovane ha subito sporto denuncia alla polizia ma il lunedì successivo ecco un’altra busta, questa volta con un proiettile. È poi il turno di un bigliettino con l’indirizzo del giovane giornalista e altre minacce, culminate a fine marzo con una lettera recapitata direttamente a casa del ragazzo, contenente sette proiettili di pistola. “La polizia è venuta a recuperare le prove e mi ha semplicemente consigliato di chiudermi in casa, anche se i miei genitori non c’erano”, ricorda Louis. “Il giorno dopo ho ottenuto la protezione dei servizi di sicurezza del ministero dell’Istruzione, ma è durata solo due giorni”. L’ultima lettera minatoria, “un vero ultimatum”, secondo il diciassettenne, è stata fatta scivolare sotto la porta della redazione a inizio maggio. E se inizialmente Louis ha pensato si trattasse solo di un brutto scherzo, il persistere della situazione lo ha sconvolto: “Sono stato davvero male. Mi sono persino fatto visitare di recente da un medico legale che mi ha dato nove giorni di malattia (inattitudine totale al lavoro). Quest’anno ho la maturità e ho già perso molte lezioni per colpa di questa storia”. La cosa più preoccupante, dal suo punto di vista, è che “ le minacce vengono per forza dall’interno del liceo perché, con il piano antiterrorismo ancora in vigore, nessun estraneo può mettere piede nell’istituto”.

Giovedì 21 maggio, diverse centinaia di persone si sono riunite davanti ai cancelli del liceo per manifestare la loro solidarietà al caporedattore della Mouette Baillonnée. Anche gli insegnanti hanno voluto esprimere il loro disagio e non hanno fatto lezione in segno di protesta: “Questa storia dura da troppi mesi e non è stato fatto nulla di concreto”, ha spiegato la professoressa di storia Pascale Morel, indignata soprattutto per il silenzio del ministero dell’Istruzione “ che dice di aver fatto della lotta al bullismo una sua priorità”. Una delegazione di sei persone, composta da professori e genitori degli alunni, si è presentata questa mattina davanti alla sede dell’ufficio scolastico regionale per discutere il da farsi. Nel frattempo, la polizia continua le indagini e assicura che tutta la faccenda è seguita con la massima serietà e che diversi alunni e insegnanti sono già stati interrogati, mentre delle analisi biologiche sulle lettere minatorie sono ancora in corso.

Articolo Precedente

Par condicio, in Tv già esiste il ‘partito della nazione’

next
Articolo Successivo

L’Unità, Pd tace su avviso di garanzia a Veneziani. I giornalisti: “Fare chiarezza”

next