Considero singolare che il Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa”, recentemente trasmesso in Parlamento, non dica neanche una parola sul programma di armamento dei velivoli F35.

Forse molti lo ignorano ma dall’inizio della Legislatura in corso, al netto delle mozioni approvate che impegnano il governo a rivedere il programma di acquisto degli F35, sono state depositate in Parlamento circa un centinaio di iniziative volte a chiedere conto al governo del programma di acquisto degli F35, una richiesta di informativa urgente sui contenuti dei contratti (su iniziativa deputati Sel Marcon, Duranti, Piras e altri) e, infine, a una richiesta di informazioni e “referti in corso di esercizio” alla Corte dei Conti ai sensi dell’articolo 148 del Regolamento della Camera dei Deputati (su iniziativa dei Deputati M5S Nuti e Rizzo). Richiesta quest’ultima cui la Corte dei Conti ha dato seguito trasmettendo il materiale disponibile al mese di febbraio dello scorso anno.

Ciononostante, il Parlamento ancora oggi non sa se il Governo intenda o meno proseguire il programma di acquisizione degli F35. Non sa con precisione quali e quanti contratti di acquisto degli F35 siano stati sottoscritti. Non sa a quanto ammontino le risorse impegnate in virtù di tali contratti. Non sa quali costi dovrebbe sopportare lo Stato in caso di recesso o i possibili margini di rinegoziazione di tali contratti.

Sopratutto, il Parlamento non sa a quanto corrisponde con esattezza il quantum delle risorse programmate – ma non ancora impegnate- che si possono definanziare e destinare ad altre finalità. Ma non è finita. Non esiste solo il programma F35, il cui finanziamento rientra nei capitoli di bilancio del Ministero della Difesa.

Nell’ambito delle spese per investimenti del Ministero dello Sviluppo economico, i principali capitoli riguardanti il finanziamento di altri programmi di alta tecnologia per la difesa (come il Programma Efe -European Fighter Aircraft-, i Programmi Fremm e Vbm e altri programmi valutati come urgenti e prioritari dall’Amministrazione Difesa e importanti sul piano tecnologico e produttivo, come gli Elicotteri Combat Sar, Forza Nec -sistema di Network Enabled Capabilities per l’Esercito-) prevedono, nell’arco di soli 5 anni, tra il 2013 e il 2017, spese in conto capitale pari a 11. 526,6 milioni di euro complessivi (Fonte Camera dei deputati).

Si tratta, in particolare del capitolo 7421 (Interventi agevolativi per il settore aeronautico) ove si prevedono 1.523,6 milioni di euro per il 2013, 1.491,4 milioni di euro per il 2014, 1.428,2 milioni di euro per il 2015, 1.231,1 milioni di euro per il 2016 e 1.110, 4 milioni di euro per il 2017; il capitolo 7420 (Fondo per gli interventi agevolativi alle imprese) ove si prevedono 450,4 milioni di euro per il 2013, 218,4 milioni di euro per il 2014, 163,1 milioni di euro per il 2015, 215 milioni di euro per il 2016 e 380 milioni di euro per il 2017; e, infine, il capitolo 7485 relativo all’acquisizione delle unità navali Fremm, ove si prevedono 756 milioni di euro per il 2013, 785 milioni di euro per il 2014, 778 milioni di euro per il 2015, 526 milioni di euro per il 2016 e 470 milioni di euro per il 2017.

Pure qui, il Parlamento, secondo voi, è mai stato posto nelle reali condizioni di leggere e valutare compiutamente, non già gli atti di governo, ma i contratti di acquisto che fanno riferimento a tali programmi? Ovviamente no, anche se dovrebbe esserlo e per un semplice motivo: che si tratta di soldi pubblici e per quanto il “Libro Bianco della Difesa” si spertichi nel precisare che sarà rivisto il modello delle acquisizioni e sarà predisposta una nuova legge pluriennale di investimento per le Forze armate, come si può anche solo immaginare che una legge o qualsiasi altro strumento indicato dal Libro in questione, riesca mai sostituire la portata conoscitiva del contenuto di un contratto?

L’Esecutivo dovrebbe dare un segnale di apertura, rendendo quanto prima edotto il Parlamento almeno su cosa intenda fare con il programma di acquisto degli F35, con i contratti alla mano magari. A breve, il  governo dovrebbe pure presentare il nuovo Documento Programmatico della Difesa e qualcosa di più preciso potrebbe finalmente emergere.

Ma siamo sempre lì, sempre di documenti programmatici parliamo. E comunque, considerata la decisione americana, salutata con favore dall’attuale governo di utilizzare la base dell’Aeronautica di Cameri come unica sede europea per assicurare il supporto del velivolo F35, sembra molto difficile pensare che il mantenimento della commessa di manutenzione e del relativo stabilimento non sia condizionato dall’impegno di acquisizione dei velivoli originariamente previsto.

In ogni caso, staremo a vedere.

Articolo Precedente

Dossieraggi del Sismi, Ferrara contro il governo: “Via il segreto di Stato”

next
Articolo Successivo

Nomine: Cristiana Alicata, dalla battaglia sui diritti gay al cda dell’Anas

next