Forza Italia fa dietrofront e dà il via libera al Jobs Act. Ma non in Parlamento. Piuttosto per modificare il contratto dei suoi dipendenti al Senato per effetto della riforma del governo Renzi. “Con la presente sono lieto di informarla che a partire dal 1° maggio 2015 il contratto ad essere con lo scrivente gruppo parlamentare sarà convertito in rapporto a tempo indeterminato“, si legge nella lettera inviata il 13 maggio e firmata dal capogruppo Paolo Romani. I diretti interessati contestano la formula “senza alcuna soluzione di continuità rispetto all’originario rapporto”, perché – dicono – nega i “benefici” del vecchio contratto ed è “una fregatura“.

I dipendenti sarebbero almeno una trentina e si tratta per lo più di persone che hanno già avuto contratti in passato, spesso rinnovati di legislatura in legislatura seppure con la recondita speranza di vederli trasformati, prima o poi, in indeterminati. Ma del vecchio tipo. Il timore – confessano – è che se le elezioni regionali dovessero andare male per Fi, il partito riduca ancora il personale e li mandi a casa da un giorno all’altro.

I precedenti non incoraggiano: gli 81 dipendenti della sede di Forza Italia in San Lorenzo in Lucina, a Roma, inaugurata in pompa magna a inizio legislatura, sono stati messi in cassa integrazione. Alla Camera il capogruppo Renato Brunetta – ricordano – iniziò il suo mandato con un “repulisti generale“. In realtà i dipendenti di Forza Italia non sono gli unici nel Palazzo ad aver visto il loro contratto trasformato con il Jobs Act ma sorprende che ad applicarlo stavolta sia stato un partito che si è opposto fortemente a quel provvedimento.

In fase di discussione della riforma del lavoro, i parlamentari del partito di Silvio Berlusconi protestarono vivacemente e votarono contro. Ora il gruppo azzurro al Senato sembra aver cambiato idea, quantomeno nel merito della legge.

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