Ribaltone alla Cei. Papa Francesco ha nominato il numero tre della Conferenza episcopale italiana, l’attuale sottosegretario monsignor Domenico Pompili, nuovo vescovo di Rieti. L’annuncio ufficiale sarà dato in contemporanea venerdì 15 maggio alle 12, l’orario canonico delle nomine papali, negli uffici romani della Cei, nell’episcopio di Rieti e nella Sala Stampa della Santa Sede. Don Domenico, che dal momento in cui sarà resa pubblica la nomina di Bergoglio potrà essere ordinato vescovo, succederà a monsignor Delio Lucarelli alla guida della diocesi laziale dal 1996, che andrà in pensione avendo superato i 75 anni d’età.

La nomina del sottosegretario della Cei, ovvero del numero tre dopo il presidente Angelo Bagnasco e il segretario generale Nunzio Galantino, arriva alla vigilia dell’annuale assemblea generale della Conferenza episcopale italiana che si terrà in Vaticano dal 18 al 21 maggio. Una scelta, quella del Papa, fortemente caldeggiata da monsignor Galantino che da quando è stato chiamato da Francesco ai vertici della Cei ha sempre trovato in Pompili un valido sostegno. È stato, infatti, proprio il segretario della Conferenza episcopale italiana, molto di più di Bagnasco, a caldeggiare e a ottenere dal Papa la promozione di don Domenico.

Classe 1963, monsignor Pompili, nativo di Roma, è stato ordinato sacerdote nel 1988 nella diocesi di Anagni-Alatri. Appena diventato prete e fino al 1999 è stato segretario del suo vescovo, monsignor Luigi Belloli, ma anche parroco, prima a Vallepietra e poi ad Alatri, e direttore dell’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali. Alla fine del 2005, dopo essere stato vicario episcopale nella sua diocesi, arriva in Cei dove si occupa subito dell’allora emittente Sat 2000, oggi Tv2000, di Radio inBlu e del quotidiano Avvenire. Nel 2007 viene nominato direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei di cui, nel 2009, diventa sottosegretario.

Cosa cambierà concretamente dopo questo ennesimo stravolgimento di Bergoglio nella vita della Chiesa italiana? Certamente la scelta di elevare all’episcopato il sottosegretario della Cei destinandolo alla guida della diocesi di Rieti è il preludio al cambio dei vertici della Conferenza episcopale italiana che Francesco auspica da tanto tempo. Un rinnovamento verso il quale il Papa, nell’assemblea della Cei del maggio 2014, aveva cercato di spingere l’episcopato italiano promuovendo una radicale riforma dello statuto che portasse all’elezione diretta del presidente. Ma dopo una netta spaccatura, i vescovi optarono per una scelta di mediazione: il successore di Bagnasco, confermato fino a fine mandato, ovvero fino al 2017, sarà sempre scelto dal Papa ma all’interno di una terna votata dall’assemblea.

Una decisione che aveva lasciato l’amaro in bocca a un consistente gruppo di presuli che avrebbero, invece, seguito in maniera convinta l’indicazione di Francesco. Ora la nuova contrapposizione tra la Chiesa italiana e il Papa si è evidenziata nella ridefinizione del programma dell’assemblea del maggio prossimo. Bergoglio, infatti, ribaltando completamente quanto presentato dal Consiglio episcopale permanente del marzo scorso, ha deciso di aprire nuovamente i lavori, esattamente come aveva fatto nel 2014 non risparmiando una strigliata ai vescovi italiani. Il Papa, infatti, aveva fatto una dura reprimenda sul “rodersi della gelosia, l’accecamento indotto dall’invidia, l’ambizione che genera correnti, consorterie, settarismo”. Ora, dopo la “promozione” dell’ex segretario della Cei, monsignor Mariano Crociata, alla guida della diocesi di Latina, arriva anche quella di don Pompili a Rieti.

Twitter: @FrancescoGrana

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