Giornalista licenziato in tronco dai programmi per cui lavora perché ha realizzato servizi falsi. Di più: ha pagato una persona, la stessa persona, per interpretare due personaggi funzionali alle storie che voleva raccontare. La prima volta 300 euro per un ‘rom truffatore di italiani’, la seconda 20 euro per ‘un estremista musulmano’. Sempre a Mediaset, sempre a Rete 4, ma in due trasmissioni diverse: Quinta colonna e Dalla vostra parte. Da ieri Striscia la notizia (Canale 5) e i due talk show condotti da Paolo Del Debbio hanno in comune due cose: la messa in onda di video veri con protagonisti finti e la cacciata di propri collaboratori. Se a Fabio e Mingo è costata assai cara la storia del finto avvocato che esercitava abusivamente la professione (con tanto di apertura di un’inchiesta a Bari per simulazione di reato), il giornalista Fulvio Benelli ha perso il posto dopo che ieri Moreno Morello di Striscia la notizia ha intervistato l’improvvisato attore di entrambi i servizi, che ha raccontato tutto – modalità, compenso e mansioni ricoperte – in favore di telecamera. E qui la storia si è ripetuta, identica, con il tg satirico di Antonio Ricci a fungere da minimo comun ‘denunciatore’ dei due raggiri (nel primo si è anche costituito parte lesa).

Questa volta, però, non è stato il Gabibbo ad annunciare il siluramento del dipendente infedele. A prender posizione, infatti, sono stati direttamente Claudio Brachino, direttore Videonews, e Mario Giordano, direttore Tg4, responsabili di Quinta colonna e Dalla vostra parte. Parole e accuse pesanti: “Da oggi abbiamo interrotto ogni rapporto professionale con Benelli. Valuteremo le opportune iniziative legali nei confronti del giornalista responsabile dei due servizi ‘Truffatore rom: così rubo le macchine agli italiani’ (andato in onda su Quinta colonna il 27 aprile 2015) e ‘Sono d’accordo se fanno lo sterminio’ (3 aprile 2015 su Dalla vostra parte). Come denunciato da Striscia la notizia il soggetto intervistato è la stessa persona che ha ‘interpretato’ il ruolo di truffatore rom e di estremista musulmano senza essere né l’uno né l’altro”. Non solo. “Con questi servizi – hanno sottolineato Brachino e Giordano – Benelli ha ingannato la buona fede delle nostre testate, rischiando di recare un grave danno al lavoro sempre corretto e professionale della redazione e dei colleghi. La nostra credibilità nell’approfondire fatti e notizie è nota al pubblico, che non a caso sta attribuendo grande successo a entrambi i programmi. E per fortuna esistono gli anticorpi per individuare ed espellere chi, a questa credibilità, attenta in qualsiasi modo”.

Al netto delle dichiarazioni dei diretti interessati, resta il fatto che ancora una volta Mediaset finisce nell’occhio del ciclone per la messa in onda di servizi che raccontano la realtà in maniera discutibile. Un altro caso di “taroccamento” (come lo definì Striscia la notizia, che ancora una volta smascherò tutto), risale al dicembre 2014. La vicenda è quella dell’assassinio del piccolo Alberto Loris Stival, il programma è Pomeriggio 5, condotto da Barbara D’Urso. Allora la giornalista Alessandra Borgia organizzò una piccola messinscena per descrivere una casualità, ovvero l’incontro (si voleva far credere assolutamente fortuito) con il cacciatore che ritrovò il cadavere del ragazzino. Tutto in diretta, ovviamente. Peccato, però, che il tg satirico di Antonio Ricci rovinò i piani, pubblicando un fuori onda dal quale emergeva che il faccia a faccia era stato organizzato immediatamente prima di prendere la linea. Un’inezia rispetto ai casi di Fabio e Mingo e di Fulvio Benelli. Ciò che era arrivato al telespettatore, però, ancora una volta non era totalmente reale.

Articolo Precedente

Erri De Luca: in vista del 20 maggio rompiamo il silenzio del pensiero unico

next
Articolo Successivo

Periscope e quelle critiche radical chic

next