Afferma, in un’intervista ben fatta a Il Mattino, che i Democratici hanno provato di tutto per controllare i propri candidati. Parla di “principi molto chiari”, “regole più rigorose dello stesso codice etico”, “scelte precise”, “asticella altissima”. Dice: “Si è intervenuto in maniera dura”.
Dopo tutti questi accorgimenti, allora, come ha fatto il Pd a finire apparentato a una truppa di impresentabili tanto da far evocare la parola “gomorra” anche a Roberto Saviano? “Da qui – abbozza Guerini al Mattino – l’amarezza”.
L’amarezza è un sentimento di sconfitta, più comune nel post-elezioni che nel pre. Il Pd si dipinge come lo Stato nella canzone Don Raffaè di Fabrizio De Andrè: “Si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità”.
E getta lì una proposta che in apparenza dovrebbe salvarne l’onorabilità. Sia Guerini che De Luca dicono, dopo giorni di cannoneggiamenti in cui si sono tenuti al coperto: “Va bene, non votateli”.
Ora l’elettore medio del Pd non crediamo ambisca a votare il candidato di Pompei accusato di esumare cadaveri per aggiudicarne i loculi, o quello che va a Predappio ad onorare il Duce, o anche quello con un passato di vicinanza all’arcinemico Nicola Cosentino, in carcere con accuse di camorra. Forse l’elettore Pd non apprezza nemmeno il ritorno di Ciriaco De Mita, che pure aveva accompagnato il partito Democratico quando nacque, ma che aveva salutato la compagnia da qualche anno. Insomma l’elettore medio Pd quelli che adesso gli dicono di “non votare”, già avrà pensato bene di non votarli.
L’antidoto proposto dal vertice Dem (e dallo stesso candidato), è dunque inefficace.
Le liste apparentate portano con sé pacchetti di voti che nulla hanno a che vedere con l’elettore Pd o con la sua volontà di scegliere. La sua preferenza, alla fine della fiera, sarà per forza di cose mescolata con quella ricevuta dall’impresentabile. Non c’è soluzione. L’uno, il candidato Dem che ha dovuto superare le prove di moralità del Pd, “l’asticella altissima”, è ormai inscindibile dall’altro, l’impresentabile arrivato fin lì fischiettando all’insaputa di tutti. Anche se si cerca di “non votarlo”, l’apparato apparentato è lì. Prenderà i suoi voti (ragione per cui è stato apparentato), e farà pesare coloro che l’avranno mandato al Consiglio regionale della Campania.
Dire come fa la segretaria regionale del Pd Assunta Tartaglione “tutti uniti per il Pd e per il nostro candidato Vincenzo De Luca. Linea dura contro gli impresentabili”, è una cosa che non ha nessun senso.
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