Per la ministra Maria Elena Boschi, le insegnanti e gli insegnanti italiani di ogni ordine e grado del sistema scolastico, sono dei poveretti incapaci di intendere e di volere, dei burattini manovrati dai sindacati. Per il sottosegretario Faraone sono anche dei semideficienti incapaci di capire il valore innovativo e costruttivo della proposta di legge nota come “La buona scuola”.

Se queste sono le loro convinzioni, converrebbe ai due esponenti del governo progettare non una riforma della scuola italiana, ma l’abolizione, l’eliminazione totale del sistema scolastico così com’è; e la sua rifondazione ex-novo con personale docente tutto diverso, non delle povere marionette semideficienti manovrate da un sindacato curruttore, ma dei very smart esperti delle soft skills tanto amate dal loro ispiratore Abravanel. Insomma dei professori delle “Istruzioni per l’uso” che le insegnino in conformità delle direttive impartite da Confindustria.

Sono indignata, anzi un po’ più che indignata. La scuola italiana ha mille pecche e difetti. Ma la presunzione, l’ignorante saccenteria, l’approssimazione velleitaria, il disprezzo per le competenze altrui con cui costoro che pretendono di governarci, parlano della scuola, non ha a che fare in prima battuta con i problemi della scuola stessa, ma con loro. Con la loro superbia e la loro maleducazione.

Vorrei che provassero ad andare a insegnare per un inverno in una scuola media della borgata romana di Tor Bella Monaca o in quella napoletana di Scampia; vorrei che mettessero piede in un istituto professionale e tentassero di catturare l’attenzione e tenerla per un’ora, di sedicenni abulici e senza speranze; vorrei che spiegassero a quindicenni del terzo millennio la storia del pentimento dell’Innominato. Anzi, cara ministra Boschi, visto che Lei è una giovane donna fragile e delicata, mi accontenterei che svolgesse un compito meno gravoso. Mi piacerebbe vederla portare una quinta ginnasio di un liceo romano a fare un viaggio di studio a Siracusa, Modica e Noto, incluse tre tragedie di Euripide al teatro greco, e non solo spiegare tutto sulla Magna Grecia, sulla Tragedia greca e la catarsi e sul barocco siciliano; ma riuscire a riportare tutta la classe a Roma, senza perdite neppure di zainetti e portafogli, senza mal di pancia e caviglie rotte. Per poi tornare in classe con loro il giorno dopo e riuscire a persuaderli che comunque, viaggio o no, devono studiare l’aoristo e la biologia.

Cara Boschi, caro Faraone, avete idea di chi sono gli insegnanti? Di qual è la funzione sociale che svolgono? E se ce l’avete, come vi permettete di mancare loro di rispetto in questa misura?

Preferisco pensare che non lo facciate intenzionalmente, ma perché siete dei superficiali, dei bambini viziati convinti di essere capaci di fare tutto e di farlo meglio di chiunque altro; sicuri di non fare mai errori e di non meritare mai critiche e neppure consigli. Per giunta il vostro basic italian non vi aiuta perché non vi consente di articolare granché tra critica e insulto.

Abbiamo avuto amaramente modo di constatare quanto poco teniate conto non solo dei pareri, ma addirittura della competenze che si permettono anche solo di discostarsi della vostre convinzioni. Non mi piace questo vostro stile, non mi è piaciuto fin dall’inizio. Ma sulla scuola mi indigna particolarmente.

Vi piace dire che la scuola è di tutti. Ebbene, no. La scuola è prima di tutto degli insegnanti perché sono loro che la fanno funzionare, sono loro che bene o male l’hanno tenuta e la tengono in piedi, sono loro che l’hanno mandata avanti tra tagli finanziari scellerati e ‘innovazioni’ e ‘riforme’ scriteriate. Sono loro che hanno sopportato la mancanza di risorse, di rispetto e di attenzione; la petulanza di genitori semianalfabeti che pretendono di sapere quanto è bravo il loro figlio (per definizione unico, meraviglioso, mitico); le accuse all’ingrosso del primo esperto che trova da qualche parte statistiche che ‘dimostrano’ quanto è arretrata la nostra scuola. E sono loro, gli insegnanti, che anche quando sono (ed è raro) incompetenti e oziosi, fanno comunque qualcosa che è sempre, almeno un pochino, utile alla società; e sono loro che sono stati ridotti a livelli ignobili di precariato e di bassa retribuzione.

E poi, a voler essere gentili con voi e a cercare di ragionare insieme: se oltre un milione di persone ‘non capisce’, sottosegretario Faraone, la validità della vostra proposta, io non dico che vi debba venire il dubbio che sia una cattiva proposta, dato che per definizione le vostre proposte sono buone; ma almeno che l’abbiate spiegata male? O no? Pure le vostre spiegazioni sono sempre infallibili?

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