A Platì, in provincia di Reggio Calabria, non si vota alle prossime elezioni comunali di fine maggio. Nella cittadina della Locride, conosciuta per essere la culla della ‘ndrangheta, non è stata presentata nessuna lista. Elezioni che avrebbero interrotto un lungo periodo di commissariamento. Negli ultimi 12 anni, infatti, Platì è stata sciolta tre volte per infiltrazioni mafiose. Il Pd alle ultime Regionali è stato il partito più votato superando il 20%, mentre l’intero centrosinistra ha preso il 77% delle preferenze. Eppure, anche il partito di Matteo Renzi ha deciso di non scendere in campo per dare un’alternativa a una cittadina dove la legge è quella delle famiglie mafiose e dei trafficanti di cocaina. “Tutti abbiamo paura di candidarci a sindaco, perché altrimenti ci sciolgono di nuovo”, racconta l’ex sindaco Francesco Mittiga, arrestato nel 2003 per mafia e poi assolto.”È veramente vergognoso – commenta la dirigente regionale del Pd Maria Grazia Messineo – che in un Comune sciolto per mafia il mio partito non presenta un candidato”. “Quando avremo una politica che vuole essere protagonista della bonifica del territorio – sottolinea il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho – la Calabria sarà liberata”  di Lucio Musolino

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Platì, nessun candidato. Tre scioglimenti in 12 anni. E il 31 maggio non si vota

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Ostia, Sabella: “Bisogna usare il napalm contro la mafia e l’illegalità”

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