Nuovi guai in vista per Silvio Berlusconi. Come se non bastassero già le faide interne al partito, con i fittiani in rivolta e i verdiniani pronti a traslocare nell’orbita renziana. Adesso spunta anche un parere legale commissionato da un gruppo di dissidenti di Forza Italia, fedeli all’ex governatore della Puglia Raffaele Fitto, che mette in discussione le procedure seguite per la presentazione delle liste in vista delle elezioni regionali. E nel quale si prospetta addirittura il rischio di annullamento.

TESORIERA NEL MIRINO Forti del documento redatto dall’avvocato Gianluigi Pellegrino, ritenendo violate le regole dello Statuto del partito inerenti proprio la formazione e la presentazione delle liste elettorali, i dissidenti azzurri hanno distribuito in tutta Italia un modulo di raccolta firme che ha messo insieme migliaia di sottoscrizioni. Lo scopo è quello di intraprendere azioni giudiziarie volte ad «assicurare il rispetto della legalità statutaria e costituzionale violata nel funzionamento di Forza Italia, inibendo ogni abusivo e usurpativo comportamento». A cominciare da quello che avrebbe tenuto, secondo i fittiani, la tesoriera del partito Maria Rosaria Rossi. Sentito da ilfattoquotidiano.it, è lo stesso legale a chiarire le ragioni dell’iniziativa: «Per quanto riguarda la presentazione delle liste elettorali, quale massima espressione delle funzioni di un partito politico – spiega l’avvocato Pellegrino – lo statuto di Forza Italia prevede che esse siano compilate dal Comitato di presidenza, composto da sei membri eletti dal Congresso ed altri sei nominati dal presidente, sentiti i coordinatori regionali, e possono essere presentate dall’amministratore nazionale, eletto dal Consiglio nazionale su proposta dello stesso Comitato di presidenza. Un ruolo affidato alla senatrice Rossi, ma in violazione delle regole statutarie. Per questo le liste elettorali per le prossime regionali sono da ritenersi presentate da un soggetto che non rappresenta legalmente il partito e sono dunque  annullabili». Anche perché la fedelissima del Cavaliere, che su delega di Berlusconi presiede l’ufficio di presidenza del partito, ha diretto anche la riunione con i coordinatori regionali per dare il via libera ufficiale alle candidature.

EFFETTO DOMINO Gli incarichi alla Rossi sarebbero stati dunque conferiti in violazione delle regole statutarie, argomenta il parere legale ripercorrendo i passaggi più significativi di una vicenda iniziata con la sospensione delle attività del Popolo della libertà e il rilancio di Forza Italia. Una transizione per la quale l’ufficio di presidenza del Pdl aveva affidato, il 25 ottobre 2013, al presidente Silvio Berlusconi «pieno mandato politico e giuridico per attivare le necessarie procedure, anche attraverso le convocazioni degli organi statutari, per l’attuazione di questa deliberazione politica», conferendogli «le responsabilità connesse alla guida del Movimento per definire obiettivi, tempi e modi della nuova fase di attività secondo lo Statuto di Forza Italia». E in base a quello Statuto, sottolineano i fittiani nel documento per la raccolta delle firme, «non vi può essere un legittimo amministratore di Forza Italia che non sia nominato dal Consiglio nazionale su proposta del Comitato di presidenza e senza che tali organi traggano a loro volta legittimazione dal Congresso». Che, una volta esaurita l’esperienza del Pdl, avrebbe dovuto essere convocato «all’atto della riattivazione di Forza Italia». Cosa che invece non è avvenuta. Inficiando a cascata, secondo i dissidenti, oltre alla legittimazione della Rossi anche quella dei comitati e dei coordinatori regionali che, proprio insieme alla tesoriera azzurra, hanno dato il via libera alle liste elettorali per le regionali e all’uso del simbolo.

RICORSO CONGELATO A quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, lo stesso Fitto ha deciso di soprassedere e di non intraprendere, almeno per ora, alcuna azione legale. «Voglio vincere la sfida nel partito politicamente e non a colpi di carte bollate», ha confidato ai suoi fedelissimi. Ciononostante, nulla impedirebbe ad un qualsiasi iscritto del partito come pure ad un qualunque cittadino, di adire le vie legali per chiedere l’accertamento delle possibili violazioni statutarie e l’annullamento delle liste. Un’incognita che potrebbe scatenare l’ennesimo terremoto dentro Forza Italia. Della vicenda, peraltro, era stato già investito anche il Tribunale civile di Roma con un ricorso d’urgenza presentato dal senatore Vincenzo D’Anna, parlamentare azzurro prestato al gruppo Gal a Palazzo Madama. Ricorso che, però, era stato dichiarato inammissibile. «Ma solo ed esclusivamente sotto il profilo procedurale, non nel merito», aveva dichiarato il 29 aprile Arturo Meo, legale di d’Anna, commentando la pronuncia del giudice civile. E precisando che «non c’è stata alcuna bocciatura» ma solo una decisione sugli «aspetti processuali del ricorso». Insomma, per la Rossi e le liste elettorali di Forza Italia, il giorno del giudizio potrebbe non essere scampato ma solo rimandato.
Twitter: @Antonio_Pitoni

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