Prelievo del Dna e carcere per i cinque cittadini francesi arrestati nella notte tra il 2 e il 3 maggio a Genova. I presunti black bloc fermati dalla polizia per danneggiamento aggravato, accusato di aver rotto gli specchietti di alcune auto nei vicoli del capoluogo ligure, sono sospettati di aver preso parte alla manifestazione contro l’Expo del primo maggio a Milano. Il gip Massimo Cusatti ha notificato ai cinque una nuova misura cautelare chiesta dal pm Federico Manotti. In particolare nel documento del tribunale viene evidenziato l’alto rischio di “reiterazione del reato” e “il comportamento antisociale” tenuto dai francesi.

I cinque sono accusati di danneggiamento di sei autovetture a Genova e resistenza a pubblico ufficiale. Difesi dagli avvocati Emanuele Tambuscio, Laura Tartarini e Alessandro Gorla hanno negato di aver aggredito i poliziotti mentre solo uno dei cinque ha ammesso di aver danneggiato le autovetture: “Ero ubriaco ho fatto una cavolata”. La Procura ha acquisito anche le immagini di alcune telecamere di piazza Campetto nelle quali si vede due dei cinque danneggiare alcuni specchietti dei mezzi. I difensori hanno già annunciato ricorso al tribunale del Riesame.

Nelle nove pagine di verbale di interrogatorio reso questo mattina davanti al gip Cusatti, i cinque hanno negato qualunque coinvolgimento nei disordini di Milano e si sono descritti come turisti, volontari delle associazioni per disabili, vendemmiatori o studenti “in procinto di laurearsi”. Tra le attrazioni turistiche visitate, hanno citato il cimitero di Staglieno o l’Acquario.

Dice Tristan Gweltaz Haye, 28 anni di Nantes: “E’ da una settimana che siamo qui. Cosa abbiamo fatto? Siamo stati al cimitero monumentale, all’Acquario ed ad museo. Non abbiamo fatto proprio nulla di male”. Ma per il gip “la concitata vicenda notturna depone a chiare lettere nel senso di una loro presenza in Italia non già per le prospettate attività ludico-ricretative o turistico ma per dare libero sfogo al non meglio motivato rancore nei confronti di beni del prossimo o delle forze dell’ordine”. I cinque presunti black bloc francesi hanno anche accusato la polizia di avere fatto irruzione nel loro alloggio con violenza. “Ci hanno ammanettati ai letti”, aggiunge Chloe Gallas mentre Raemy Errabia racconta di “essersi protetto la testa” per paura di essere picchiato. Il gip ha respinto questa tesi definendo nelle 12 pagine di ordinanza di custodia cautelare “corretto l’operato delle forze di polizia”.

I cinque su disposizione della Procura del capoluogo lombardo erano stati sottoposti a prelievo del Dna da confrontare sui reperti biologici trovati su maschere e tute nere abbandonate al termine della manifestazione.

“Sono disposta anche a sottopormi al test del Dna per dimostrare che io non c’entro nulla con l’aggressione agli agenti e con le devastazioni” ha detto invece Heidi Panzetta, fermata a Milano nella giornata della manifestazione No Expo, al suo difensore. La donna di 42 anni è stata arrestata venerdì scorso, assieme ad altre quattro persone.

Stando l’avvocato Paolo Antimiani, la donna, accusata come gli altri quattro antagonisti di resistenza a pubblico ufficiale aggravata (il gip ha convalidato gli arresti e disposto il carcere), si è dichiarata “disponibile” a sottoporsi al prelievo di materiale biologico per le eventuali comparazioni con il materiale sequestrato dagli investigatori, come tute nere, mazze e bastoni.

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