Un laboratorio creativo per sviluppare idee innovative e, al contempo, scoprire nuovi talenti. Nasce da un accordo sottoscritto tra l’Università di Bologna e il colosso del pronto moda Imperial Fashion, il Creative Lab, un think tank formato da studenti, ricercatori e professori dell’ateneo emiliano romagnolo nato per coniugare due esigenze differenti: offrire ai giovani un’opportunità di dimostrare il proprio potenziale, e fornire a un’azienda italiana menti fresche per elaborare nuove strategie di marketing per affrontare il mercato globale.

Da un lato, infatti, c’è Imperial Fashion, azienda leader nella fast fashion, oltre 200 dipendenti in tutta Italia e 178 milioni di euro di fatturato nel 2014, che nei 4 progetti pilota del Creative Lab pronti a partire investirà 1 milione di euro, aprendo la propria sede per ospitare il team che aderirà all’iniziativa. Dall’altro, invece, c’è l’ateneo più antico del mondo, che offrirà all’azienda i cervelli di cui ha bisogno per sviluppare e potenziare la propria competitività, creando al contempo per i propri iscritti un percorso di formazione a stretto contatto con il mondo del lavoro.

“Abbiamo voluto ispirarci al modello americano dove le Università hanno costanti rapporti con le aziende per uno scambio sinergico di successo – spiega Adriano Aere, Presidente di Imperial – a fronte di un investimento che consenta di portare avanti progetti innovativi e formare giovani talenti, si creano lavoratori altamente qualificati che saranno la base del futuro del paese. Allo stesso modo abbiamo unito una realtà come Imperial, che ha fatto della velocità e dell’innovazione le sue leve di crescita, all’Alma Mater, custode di un sapere millenario”.

Attraverso il laboratorio creativo, quindi, il think tank svilupperà nuovi modelli 3D, studierà i dati di vendita dei prodotti finiti, elaborerà business plan più competitivi, e individuerà metodi innovativi di interazione tra ricerca e industria. Non solo, quindi, un passaggio di know how e un momento di formazione, ma anche laboratorio che, nato dal vivaio dell’Università, contribuirà a rendere Imperial un’azienda più concorrenziale nel campo della progettazione e della produzione, e più innovativa dal punto di vista delle strategie di vendita. Uno scambio, insomma, per avvicinare di un passo gli studenti e i ricercatori al mondo del lavoro.

“La partnership con l’Università di Bologna può costituire una pietra miliare nella collaborazione tra privato e pubblico”, sottolinea il presidente di Imperial, che è anche partner del progetto Launch Pad, progetto nato per valorizzare le idee imprenditoriali dei dottorandi più promettenti dell’ateneo emiliano romagnolo, i migliori dei quali parteciperanno a uno stage nella Silicon Valley. “Passato e futuro insieme in una unione perfetta che consentirà di dare voce alle nuove generazioni e alle loro idee”.

Il progetto, della durata di cinque anni, coinvolgerà il dipartimento di Informatica – Scienza e Ingegneria, il dipartimento di Ingegneria Industriale, il dipartimento di Scienze Aziendali, e l’area Ricerca e Trasferimento tecnologico dell’Ateneo. “La sigla di questo accordo di partnership con un’azienda leader in uno dei settori chiave del made in Italy ha l’obiettivo di facilitare lo scambio di conoscenza tra l’Ateneo e Imperial allo scopo di accelerare i processi di trasferimento tecnologico – sottolinea anche il rettore dell’Università di Bologna, Ivano Dionigi – l’Alma Mater si pone dunque come un partner privilegiato per quelle realtà imprenditoriali che, come Imperial, puntano sull’innovazione. Supportare il sistema imprenditoriale del territorio e le sue eccellenze, significa contribuire efficacemente al potenziamento della loro competitività, formare talenti e personale altamente specializzato in grado di affiancarle di fronte alle continue sfide del mercato”.

Articolo Precedente

Faac, l’arcidiocesi di Bologna diventa proprietaria al 100 per cento

next
Articolo Successivo

Caso Guidetti, Manconi: “Procedimento disciplinare per pm Bologna”

next